DIARIO DAL NEPAL. ALLA META SENZA GIORGIO - 9

REPORTAGE | 19/11/2019 | 07:03
di Paolo Simion

Ciao ragazzi, rieccomi puntuale con le notizie dal Nepal. In programma c'era la colazione alle 6 e poi dritti al Campo Base dell'Everest, invece è stato tutto un casino.


Giorgio durante la notte è peggioratola febbre è tornata a salire e a fiaccarlo, ha cominciato a respirare davvero male, al punto che nessuno dei due ha chiuso occhio.


Alle 6 del mattino siamo scesi per fare colazione, ne abbiamo parlato con Dil e a scelta unamime abbiamo deciso che la soluzione migliore per lui era quella di scendere di quota. Cosi abbiamo organizzato un trasferimento a cavallo per Giorgio da Loubuche a Pangboche, 1000 metri in meno di quota.

Io invece sono partito con Dil alle 8 da Loubuche: abbiamo lasciato gli zaini nel lodge a Gorak Shep e alle 11.45 eravamo davanti alla scritta Everest Base Camp e a farci da sfondo tutto il ghiacciaio del Khumbu che scende direttamente dalla montagna più alta del mondo. Un’immagine che mi resterà impressa nella mente per sempre.

Così come mi resteranno impresse le sesazioni agrodolci di questa giornata perché io sono arrivato alla meta, ma arrivarci da solo non ha lo stesso sapore che farlo con chi ha condiviso con te più di 60 chilometri di trekking e non so quanti metri di dislivello.

Ora sono nel lodge a Gorak Shep (siamo a quota 5160 metri) e vi scrivo da sotto un piumone, perché fuori fa freddissimo e qui hanno le finestre sul tetto.

Giorgio è arrivato a Pangboche e sembra stare un po’ meglio anche se le cinque ore a cavallo non sono state come i transfert in NCC.

Ah, dimenticavo, ho scoperto oggi che dal Campo Base non si vede l'Everest, così per domani mattina abbiamo organizzato un fuori programma: sveglia alle 3.30 per raggiungere in notturna una collina (saremo a quota 5600 metri) e vedere l'Everest da vicino mentre sorge il sole.
Non potete capire quanto mi dispiaccia per Giorgio: vuol dire che quassù ci torneremo un giorno, naturalmente insieme.

9 - continua

LE PUNTATE PRECEDENTI

1 - Paolo Simion e il trekking verso l'Everest

2 - L'aeroporto più pericoloso del mondo e via!

3 - Un piccolo record verso Namche Bazar

4 - Quando la notte si fa fresca...

5 - Benedette salviettine

6 - Vegetazione, addio

7 - La prima doccia in quota

8 - La febbre di Giorgio

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COMMENTI
Trekking EBC
19 novembre 2019 10:51 Roby trekker
Ragazzi vi avevo avvisato che fare il trekking con uno zaino di 17 kg in spalla era una sfida; credo anche che siate andati troppo veloci durante le tappe nonostante abbiate rispettato l'acclimatamento. L'importante è che Giorgio stia bene; meglio comunque che faccia dei controlli a Kathmandu se persistono i problemi. Godetevi le visite alle tre città Reali, ovvero anche a Baktapur e Patan che ne vale la pena.

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Zandegù del 1940, Basso del 1945. Zandegù padovano di Rubano, Basso vicentino di Rettorgole frazione di Caldogno. Zandegù figlio di un fornaio, Basso figlio di un contadino. Zandegù unico figlio maschio secondogenito con sette sorelle, Basso primo di tre fratelli....


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