IL GIRO DELLA MEMORIA. VALDEMARO BARTOLOZZI E L'INCUBO DEL BONDONE, 18a TAPPA DEL GIRO 1956

STORIA | 28/05/2020 | 07:55
di Marco Pastonesi

Dal 9 al 31 maggio si sarebbe dovuto disputare il Giro d’Italia 2020. Tuttobiciweb lo corre comunque, giorno per giorno, con la forza della memoria. Oggi la diciottesima tappa: Valdemaro Bartolozzi ci racconta quella del 1956.


“Fu un inferno bianco. Nove Giri d’Italia in bicicletta e 33 in ammiraglia: mi creda, mai visto e mai vissuto una tappa così terribile, probabilmente non c’è mai stata. Neanche la tappa del Gavia nel 1988: là, di terribile, ci fu soltanto il Gavia, invece qui fu terribile tutto, dalla partenza all’arrivo”. Dei 43 corridori che conclusero la Merano-Bondone l’8 giugno 1956, Valdemaro Bartolozzi – 92 anni, dal suo buon ritiro a Lido di Camaiore - è fra gli otto che ancora possono testimoniare quello che lui rivede come “un inferno bianco”.


“Terzultima tappa del Giro. Il giorno prima si era fatto lo Stelvio, a Merano aveva vinto Maule, in classifica generale non era successo granché. Così, se c’era ancora da lottare, da ribaltare, da attaccare, c’era solo questa tappa, e tutti lo sapevano: era il giorno buono. Maglia rosa Pasqualino Fornara. Secondo, a 9”, Cleto Maule, e terzo, a un paio di minuti, Aldo Moser, compagni di squadra. Fra i primi 10 anche Nico Defilippis, Giancarlo Astrua e Gastone Nencini. Charly Gaul era quattordicesimo, a 17 minuti circa, e io, che stavo correndo un buon Giro, a 45” da lui. La partenza, la mattina presto, da Merano. Subito la pioggia. Subito il Costalunga. E subito la battaglia. Fu proprio Gaul a scatenarsi, e dietro di lui tutti gli altri. Ma dove vogliono andare?, mi domandavo. Era una giornata eterna, 242 chilometri e cinque salite, dopo il Costalunga erano previsti Rolle, Gobbera, Brocon e Bondone. All’inizio del Costalunga cercai di rimanere davanti, poco dopo metà mollai, ma non ero lontano dai primi, e ancora li vedevo sulle scale del Rolle”.

Bartolozzi correva per la Legnano: “In squadra con Sante Ranucci, che curava la classifica, con Nello Fabbri, che il giorno prima era arrivato settimo, con Giorgio Albani, che aveva vinto la tappa più lunga, la Rapallo-Lecco, 278 chilometri... Sull’ammiraglia Eberardo Pavesi, un direttore sportivo alla vecchia maniera, inadatto per le strategie di gara, ma adattissimo per quelle di sopravvivenza. Avevo la maglia di lana, poi ne indossai un’altra a maniche lunghe, i guanti pesanti, non mi ricordo più se di lana o di pelle, e la pomata riscaldante, ne avevo messa così tanta che non veniva via neanche con lo scalpello. Ma così bardato il freddo, addosso, dentro, non mi entrò mai. La situazione si rivelò tragica per chi non aveva saputo impostarsi. Verso Fiera di Primiero trovai Ranucci e Fabbri fermi all’ammiraglia. Non ne potevano più, abbandonavano la corsa. Pavesi mi incoraggiò: ‘Ci sei rimasto solo tu’. Non era vero. C’era anche Albani, ma dietro, ma indietro, e di lui non si avevano più notizie, disperso e abbandonato. ‘Qui si fermano tutti’, confermai a Pavesi. Non si avevano notizie di quello che succedeva dietro, le squadre non esistevano più. A Pavesi chiesi da mangiare e da bere. Da mangiare volevo qualcosa di solido: non le solite tartine, ma panini. Ne aveva uno suo, personale, con il prosciutto: glielo indicai, me lo regalò. Da bere volevo una borraccia con gli zuccheri: e Pavesi allungò l’acqua con il vino. Non pensavo al correre, ma al mangiare e al bere. Non pensavo alle salite, ma al traguardo. Non pensavo di ritirarmi, ma di arrivare”.

Ancora montagne, ancora chilometri, ancora pioggia, ancora freddo: “Ma quello che ci fregò fu il vento. La Valsugana è aperta, è scoperta: e il vento, gelido, ci annientò, ci paralizzò. A Levico faceva un freddo bestiale. Vidi Fornara cascare e ritirarsi: mai visto in vita mia una maglia rosa ridotta così. ‘Mangia e pedala’, mi ordinava Pavesi, ‘pedala e mangia’. Io mangiavo e pedalavo, pedalavo e mangiavo, e intanto superavo corridori, fermi, che che non avevano più neanche le forze per piangere o lamentarsi, ma solo per pregare o implorare. Ogni corridore che rimontavo, mi dava forza. E pensavo a quello che mi aspettava più avanti. In Valsugana uscii di strada: non riuscivo più a frenare, e quando finalmente ci riuscivo, la bici andava dove voleva. Mangia e pedala, mi dicevo, pedala e mangia. Sul Bondone, come temevo, la pioggia si era trasformata in neve. Si arrivava a Vaneze, a quota 1272, ma non me ne accorsi, avevo passato nove ore e mezzo in sella, era buio, non si vedeva più nulla, un tempo da lupi. E fu Lupo, Lupo Mascheroni, il meccanico della Legnano, oltre il traguardo, ad abbracciarmi, avvolgermi in una coperta militare, accompagnarmi in un albergo vicino, spogliarmi, aprire la porta del bagno con una pedata, infilarmi in una vasca piena di acqua calda, lavarmi, rincuorarmi e complimentarsi. Ottavo all’arrivo, a 18’18” da Gaul, forse avrei potuto ottenere di più rischiando di più, ma non lo feci vedendo tutti quei corridori esausti, finiti, morti – 44 ritirati, più di metà - intorno a me. E nono in classifica, posizione che avrei tenuto fino a Milano. Poi mi cambiai, mangiai, salii in macchina e andai a Trento, dove c’era il nostro albergo. Lì un altro bagno caldo e la cena. Finché mi addormentai. Il giorno dopo, nella Trento-San Pellegrino, quasi 200 chilometri, vinse Albani”.

GIA' PUBBLICATI

GIRO DELLA MEMORIA. DOMANI COMINCIA L'AVVENTURA

1 - IL GIRO DELLA MEMORIA. VELO, PETACCHI E IL CAPOLAVORO DI LECCE

2 - IL GIRO DELLA MEMORIA. PELLICCIARI E IL VOLO DI MEO VENTURELLI A SORRENTO

3 - IL GIRO DELLA MEMORIA. MARIO ANNI E LA TERZA TAPPA QUASI IN ROSA A MONTECATINI, 1969

4 - IL GIRO DELLA MEMORIA. FURIA ZANDEGU' A CHIANCIANO NEL 1967

6 - IL GIRO DELLA MEMORIA. L'UNICA VOLTA DI FABRIZIO CONVALLE, AL GIRO DEL 1990

7 - IL GIRO DELLA MEMORIA. IL LEALE CHINETTI E LA SETTIMA TAPPA DEL GIRO DEL 1975

8 - IL GIRO DELLA MEMORIA. PAOLO FORNACIARI E QUELLA MONTE SIRINO MAI VISTA NEL 1995

9 - IL GIRO DELLA MEMORIA. «PIETRO DEVI VINCERE» E ZOPPAS VOLO' A MARINA DI RAVENNA NEL 1964

BONUS - IL GIRO DELLA MEMORIA. NEL GIORNO DI RIPOSO, GIANCARLO TARTONI CI RACCONTA DI VARZI, GIRO 1977...

10 - IL GIRO DELLA MEMORIA. BRUSEGHIN E L'IMPRESA DI URBINO 2008

11 - NOE' SENZA FIATO A SAN MARINO, 11a TAPPA DEL 1998

12 - IL GIRO DELLA MEMORIA. CHEULA E LA PRIMA VOLTA DELLO ZONCOLAN, 12a TAPPA DEL 2003

13 - IL GIRO DELLA MEMORIA. LA LIBERTA' DI FARISATO, 13a TAPPA DEL GIRO 1968

14 - IL GIRO DELLA MEMORIA. PETITO E QUEL GAVIA DIVENTATO INCUBO, 14a TAPPA DEL GIRO 1988

15 - IL GIRO DELLA MEMORIA. LE ACROBAZIE DI ERCOLE GUALAZZINI A TRIESTE, GIRO DEL 1977

BONUS - IL GIRO DELLA MEMORIA. SECONDO GIORNO DI RIPOSO, RENATO GIUSTI E IL DENTE AVVELENATO DEL 1961

16 - IL GIRO DELLA MEMORIA. ALDO PIFFERI E L'ASTUZIA DI TORINO, SEDICESIMA TAPPA DEL 1965

17 - IL GIRO DELLA MEMORIA. BALDINI L'IMBATTIBILE, 17a TAPPA DEL GIRO 1958

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Thymen Arensman è il primo olandese di sempre a vincere una tappa al Tour of the Alps. E che tappa… alcuni degli addetti ai lavori non hanno esitato a definirla “la più bella nella storia di questa corsa”. I meriti...


Come è avvenuto prima con gli Juniores e poi con gli Allievi, anche tra gli Esordienti è una sola a squadra a dominare la scena nella prima giornata del 78° Gran Premio della Liberazione a Roma... One-man show e one-team show!...


Dal Brabante alla Freccia passando per l’Amstel, guardando al Tour of the Alps, in vista del Giro, senza dimenticare i giovani di scena a San Vendemiano, a Villa di Villa, a Castel d’Ario e a Melegnano. Tante gare nella...


Dominio della Petrucci Zero24 Cycling Team nel Gran Premio Liberazione per la categoria Allievi. A sfrecciare vittorioso alle Terme di Caracalla è stato Andrea Gabriele Alessiani, 16 anni di Grottammare, che ha anticipato il compagno di squadra Filippo Cingolani e...


Una corsa, cento corse: per la vittoria, per la maglia di leader, per il podio, per attaccare, per difendersi. È stata davvero entusiasmante la tappa numero 4 del Tour of the Alps 2025, la Sillian-Obertilliach di 162 km. Per molti...


Accade veramente di tutto, sulle strade del ciclismo. E quando la telecamera ha la fortuna di immortalare certi incontri la cosa si fa ancora più speciale. È accaduto al Tour of the Alps con un capriolo che ha sfoderato un...


Doppietta australiana nel Cavaliere Liberazione Juniores, corsa internazionale che ha aperto la seconda giornata dei Lazio Bike Days alle Terme di Caracalla, nonché primo dei due giorni del 78° Gran Premio della Liberazione. Sotto lo sguardo attento del c.t. della...


L'Alto Adige saluta la prima vittoria da professionista di Marco Frigo (Israel Premier Tech) e vede l'allungo nella classifica della Coppa Italia delle Regioni di Giulio Ciccone, che con il 4° posto di San Candido guadagna 38 punti e vola...


Jonas Vingegaard ha iniziato la preparazione per il suo obiettivo principale: il Tour de France. Il danese sta lavorando duramente e ha fatto un primo test nella galleria del vento di Aalborg. Il campione della Visma-Lease a Bike non ha...


Il nome è quello dell’autodromo definito da tutti come “Tempio della velocità” mentre gran parte della sua velocissima natura deriva dalla sorella da altissime prestazioni Ostro Vam, modello in mano alla formazione World Tour Israel-Premier Tech e definita da molti...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024