Piangi Vendrame, piangi di gusto, piangi a ruota libera. Piangi e prenditi tutto il tempo, abbracciato al compagno Bouchard, più amico che compagno, a giudicare almeno da come ti ha aiutato nella confezione del tuo capolavoro, e poi da come applaude felicione e plateale lungo gli ultimi cento metri, arrivando ben dopo di te.
Piangi Vendrame, ne hai pieno diritto, dopo tutto quello che hai passato, anche se hai solo 26 anni: gli accidenti fisici che in una vita d'atleta bisogna mettere in conto, ma anche quelli che nessuno mai dovrebbe mettere in conto, quel pugno in faccia dell'automobilista animale che poco prima di Natale ti sei beccato durante un allenamento, sulle strade di Conegliano.
Oggi è il giorno di prendere un bel sacco nero della spazzatura, di buttarci tutto dentro e di mandare questo brutto passato al macero. Oggi è il giorno del risarcimento, questa vittoria al Giro che già avevi sfiorato per un pelo nel 2019, salendo verso San Martino di Castrozza, guarda caso anche quella volta però fiaccato e deriso dalla scalogna, per un doppio guasto tecnico sull'ultima salita.
Oggi grazie a te, proprio a Bagno di Romagna, dove raccontano storie di gnomi e di incantesimi, anche tu aggiungi una favola e rompi un sortilegio. Oggi grazie a te è la giornata mondiale dei Fantozzi e dei Fracchia, dei Paperini e dei Willy Coyote, cioè dell'umanità che non nasce con la camicia, che nasce pure senza mutande, bersaglio preferito del destino più sadico, sempre in lotta contro qualcosa o qualcuno.
Hai ragione tu, quando dici in tv che ti “mancano le parole dall'emozione, è difficile parlare, me ne sono successe di cotte e di crude, in fondo sono famoso solo per la sfortuna in quella tappa sfumata nel 2019...”.
Quando finalmente la ruota gira, quando la dea bendata e baldracca si distrae un attimo, diventa davvero difficile dire qualcosa. Non ci si crede neppure. Ma stai sereno, stavolta l'hai schienata e umiliata, la viscida baldracca. Senza chiedere niente, senza aiutini dall'alto: hai vinto la tappa - ma prima ancora hai vinto la tua battaglia di vita - contando solo sulle tue forze. E in un modo che anche per i freddi tecnici del ramo non può che essere un capolavoro: prima attaccando sul passo del Carnaio per fare un po' di pulizie in una fuga troppo affollata, poi agganciandoti ai tre che rinvenivano, quindi andando dietro al blitz di Hamilton, infine battendolo in volata partendo addirittura davanti. Un'opera perfetta. Più di così nessuno può chiederti niente. E' la vittoria del più forte, del più coraggioso, del più intelligente. La vittoria senza se e senza ma che sognavi da bambino. La vittoria che ti meriti, più di chiunque altro. Dedicata a tutti i trogloditi che scendono dai loro macchinoni per prendere a cazzotti il ciclista, questo inutile perditempo capace solo di intralciare la loro corsa frenetica, si chiedessero mai una volta verso cosa e verso chi.
Grazie Andrea, grazie sul serio. Grazie per aver insegnato ancora una volta che non arrendersi mai, neppure quando arrendersi sembrerebbe un diritto sacrosanto, alla fine viene ripagato. E grazie anche perchè la tua vittoria dimostra che c'è ancora Italia al Giro d'Italia, dico degli ordini d'arrivo: non solo l'Italia di Ganna nelle cronometro, quelle sono come un conto in banca, ma anche nelle altre tappe, finora così proibite e inaccessibili al nostro tricolore. Torniamo a stappare spumante anche noi, per una volta offriamo il giro di bollicine. Cominciavamo a non sperarci più. E che tocchi a te lanciare il brindisi, lasciatelo dire, è in fondo il migliore degli spot per il made in Italy. Com'è che diciamo? E' nei momenti peggiori che l'italiano dà il meglio di sé e si rimette in piedi. Questa, così, è la vittoria di Vendrame: la vittoria del più italiano di noi.