Un'impresa degna del suo palmares: Julian Alaphilippe mette la sua firma sulla dodicesima tappa del Giro d'Italia regalando spettacolo sui muri marchigiani. Alla sua prima partecipazione alla Corsa Rosa, il francese della Soudal-Quick Step voleva lasciare il segno e lo ha fatto nella frazione col profilo più simile alle classiche che lo hanno visto dominare gli scorsi anni. Attivo fin dalla prima erta di giornata, il due volte iridato ha preso il largo assieme a Mirco Maestri (bellissimo l'abbraccio tra i due a fine corsa, con il francese che ha cercato l'emiliano per ringraziarlo delll'avventura portata avanti insieme) a parecchi chilometri dall'arrivo e, andandolo a staccare sull'ultimo durissimo muro dopo una bella cavalcata a due, è andato a cogliere il primo, meritatissimo, successo al Giro, quello che gli mancava per chiudere il cerchio dopo quelli centrati al Tour e alla Vuelta.
LA TAPPA. Come già accaduto altre volte in questo Giro, avvio pancia a terra in gruppo con scatti, controscatti e tantissimi uomini desiderosi di portar via una fuga. I tentativi più concreti sono quelli di Trentin, Paleni (Groupama) e van Sintmaartensdijk (Intermarchè) prima e di Affini (Visma | Lease a Bike), Clarke (Israel Premier Tech), Hepburn (Jayco Alula) e Maestri (Polti-Kometa) poi. Quest’ultima azione riesce ad approcciare in testa la prima asperità di giornata dove Alaphilippe, supportato da Narvaez, Scaroni, Benjamin Thomas e Costiou, dà un’altra strappata andando a riprendere gli uomini al comando. Alle loro spalle però Pelayo Sanchez, Hermans, Velasco, Fernandez, Valgren, Calmejane, Smith, Lopez, Vermaerke e Trentin si rifanno sotto e rimpolpano l’attacco che, verso Recanati, diventa ancor più numeroso quando 21 uomini (evasi precedentemente dal plotone) riescono ad accodarsi. Fra di loro spiccano i profili di Ganna, Quintana, Pithie, Valgren, Narvaez e di uomini appena fuori dalla top 10 della generale come Hirt (11°), Pozzovivo (14°), Lopez (16°) e Piganzoli (17°). Da costoro, approfittando della scarsa unione d’intenti, scappano Maestri e Alaphilippe che, nell’arco di pochi chilometri, insistendo convinti guadagnano 2’30” agli altri fuggitvi. A questo punto si mette al lavoro il campione italiano a cronometro ma la sua azione non placa l’anarchia tra gli inseguitori dai quali, verso San Paterniano, prendono il largo Scaroni e Costiou. Appiedato però quest’ultimo da un problema meccanico, il bresciano si fa riprendere da 8 elementi (Narvaez, Hermans, Thomas, Aurelien Paret-Peintre, Valgren, Smith, Clarke, Trentin, Leemreize) assieme ai quali s’impegna subito a rendere più consistente l’inseguimento alla coppia al comando. Alle loro spalle, gli altri 24 (mancato l’attimo per seguire gli otto) perdono terreno e progressivamente, nonostante possano contare su una forza maggiore, vedono allontanarsi la testa della corsa. Dopo frangenti molti concitati, la situazione in corsa allora si cristallizza e per diversi chilometri, sebbene non manchi il terreno per fare la differenza, non si assiste ad alcun cambiamento di sorta. Davanti, infatti, con grande caparbietà e gamba superlativa, Maestri e Alaphilippe mantengono sempre il vantaggio tra il minuto e il minuto e 45 secondi, mentre dietro, una volta compresa l’impossibilità di riagganciarsi agli uomini in testa, i 24 (tra cui Hirt, a lungo sul podio virtuale) perdono convinzione finendo per essere ripresi dal gruppo dei big. Qui, ad un certo punto, la Bahrain-Victorious prova a sorprendere (senza riuscirci) con un forcing di squadra gli altri rivali per la generale, mentre davanti il tratto di pianura e discesa è amico degli inseguitori che ai piedi dello strappo finale di Monte Giove si presentano con 45” di ritardo dalla testa. Sulle ultime pendenze di giornata, tuttavia, Alaphilippe s’invola in solitaria lasciando alle spalle un monumentale Maestri e, in questo modo, respinge brillantemente ogni possibile tentativo di rimonta da dietro. Hermans e Narvaez (poi 3° e 2° all’arrivo) staccano infatti la compagnia ma non riescono a scendere sotto i 35” di ritardo dal due volte iridato che, così, dopo 346 giorni dall’ultimo trionfo, a Fano torna da alzare le braccia al cielo imponendosi con poco più di mezzo minuto sulla coppia inseguitrice. Al 4° e 5° posto di giornata, a 43”, chiudono invece Valgren e Scaroni, anche loro ottimi interpreti di una tappa vissuta ad altissimo ritmo dal primo all’ultimo chilometro che, alla fine, non ha prodotto variazioni in classifica generale. Concludendo tutti assieme a 5'24" dal vincitore, infatti, i big hanno mantenuto le loro posizioni lasciando dunque tutto il proscenio ai coraggiosi di giornata.
ORDINE D’ARRIVO
1 ALAPHILIPPE Julian Soudal Quick-Step 04:07:44
2 NARVAEZ Jhonnatan INEOS Grenadiers + 31
3 HERMANS Quinten Alpecin-Deceuninck + 32
4 VALGREN Michael EF Education-EasyPost + 43
5 SCARONI Cristian Astana Qazaqstan Team + 43
6 TRENTIN Matteo Tudor Pro Cycling Team + 01:30
7 CLARKE Simon Israel-Premier Tech + 01:30
8 LEEMREIZE Gijs Team dsm-firmenich PostNL + 01:30
9 MAESTRI Mirco Team Polti Kometa + 01:30
10 THOMAS Benjamin Cofidis + 01:30
CLASSIFICA GENERALE
1 POGACAR Tadej UAE Team Emirates 45:22:35
2 MARTINEZ Daniel BORA-hansgrohe + 02:40
3 THOMAS Geraint INEOS Grenadiers + 02:56
4 O’CONNOR Ben Decathlon AG2R La Mondiale Team + 03:39
5 TIBERI Antonio Bahrain Victorious + 04:27
6 BARDET Romain Team dsm-firmenich PostNL + 04:57
7 FORTUNATO Lorenzo Astana Qazaqstan Team + 05:19
8 ZANA Filippo Team Jayco-AlUla + 05:23
9 RUBIO Einer Movistar Team + 05:28
10 ARENSMAN Thymen INEOS Grenadiers + 05:52
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