Caro direttore,
il sogno di ogni innamorato, in definitiva, è non sopravvivere al suo amore. L'amore è vita, si sogna di vivere soltanto se c'è lui o se c'è lei, perchè altrimenti non è neppure vita.
Alla signora Adriana Spazzoli, moglie di Giorgio Squinzi, il destino non ha risparmiato lo strazio dello strappo peggiore, del lutto lacerante, della propria metà che se ne va, lasciandola sola nel mare dei giorni vuoti. Però le ha fatto comunque un mezzo regalo: non ha permesso che questo dolore durasse nel tempo, logorandola e consumandola di malinconia, decidendo di richiamarla al fianco del suo Giorgio poche settimane dopo la separazione.
E' davanti a una storia così, che noi umani ristretti nei confini del reale e del pratico fatichiamo a comprendere e ad accettare, parlando genericamente di incredibile coincidenza, è davanti a una storia così che invece dovremmo ritrovare un sorriso di tenerezza e di meraviglia, riconoscendo una volta tanto il segno inequivocabile del trascendente e del perfetto. Altro che caso, deprimente anagramma di caos.
Adriana e Giorgio di nuovo insieme. Per sempre insieme. Voglio crederlo, anche se è più una speranza che una convinzione. Ma consola. Prima di tutto la loro famiglia, ma anche noi, che li abbiamo conosciuti e li abbiamo apprezzati, come singole persone, ma ancora di più come coppia indivisibile, appassionata delle cose migliori.
Che il Cielo li accolga e trovi per loro un posto buono anche adesso, rigorosamente insieme, immancabilmente insieme, eternamente insieme.
Per quanto mi riguarda, caro direttore, ti chiedo scusa se stasera non verrò alla serata degli Oscar. L'avevo già deciso per altri motivi, come sai, ma posso garantirti che a questo punto ne sono ancora più convinto. Ciascuno reagisce ai lutti nel modo più personale e diverso. Vale in piena dignità che “la vita continua”, vale che “loro avrebbero voluto così”, ma vale anche non sentire alcuna voglia di sedersi a un galà con pensieri mesti e l'amaro nel cuore.
Tutto è rispettabile, quand'è sentito e sincero. E allora: mentre la grande famiglia di tuttoBICI, giustamente, li ricorderà – ne sono certo – a modo suo, con l'umanità e la sensibilità che contraddistinguono questa strana famiglia allargata, io me ne starò tranquillo a casa, pensando un po' a loro, alla grande storia di Adriana e Giorgio, la coppia che si bastava, la coppia che non è mai scoppiata, la coppia che ha lasciato un segno e un'impronta, per chi ancora li sappia vedere e apprezzare.
Che povere cose siamo, davanti alla morte. Ci raccontiamo che nessuno se ne va davvero finchè c'è chi ricorda. Prendiamola per buona. Almeno così, almeno in un certo senso, teniamoli qui, ancora, sempre, come se stavolta si fossero soltanto portati un po' più avanti.