
Ieri a tarda sera Tadej Pogacar ha postato un messaggio chiaro, inequivocabile, laconico. Alcune foto scattate durante l'ultima seduta di allenamento sul pavé insieme ai compagni e una frase sola «Il piano è pronto». A seguire i nomi dei sei atleti che lo affiancheramnno in maglia UAE Emirates XRG vale a dire Mikkel Bjerg, Nils Politt, Juan Sebastian Molano, Antonio Morgado, Florian Vermeersch e Tim Wellens.
Un messaggio chiaro ai tifosi, alla squadra e agli avversari: «Il piano è pronto». E adesso si apre la corsa delle ipotesi: dove pensa di attaccare il campione del mondo? In quale settore? Come gestirà la sua squadra? E se la corsa sarà bagnata? E se la corsa sarà asciutta? E se lo attaccano prima gli avversari? E se...
LA RICOGNIZIONE. Sono bastati poco meno di 100 chilometri di ricognizione a Tadej Pogacar per farsi un'idea di quello che affronterà domani nella Parigi-Roubaix. Il campione del mondo, con la sua squadra, ha esaminato attentamente la parte finale del percorso, per fare ipotesi e provare quella che potrebbe essere la tattica migliore. Pogacar avrà a che fare con gli specialisti delle Classiche e la mancanza di salite, lo potrebbe veder costretto a duellare in uno sprint con gli uomini più veloci del pianeta.
L'Enfer du Nord aspetta i suoi eroi e le pietre dove bisognerà andare veloci segnano il percorso verso il velodromo André-Petrieux che dal 1943 ospita l’arrivo della corsa, e, dove solo i più forti arrivano da soli al suono della campana.
Sono otto le Classiche Monumento conquistate da Pogacar, l'ultima domenica scorsa al Giro delle Fiandre. Domani potrebbe arrivare la nona e potrebbe non essere una sorpresa, considerando la sicurezza con la quale ha affrontato ieri la ricognizione.
Lo sloveno al suo fianco avrà una squadra forte, con Nils Politt, Tim Wellens, Florian Vermeersch, Juan Sebastian Molano, Antonio Morgado e Mikkel Bjerg, che avranno il compito di scortarlo fino a quando, da solo non si involerà verso il traguardo. La UAE Emirates ieri ha visonato diciannove dei trenta settori in pavé della Parigi-Roubaix e il pubblico al passaggio della squadra ha iniziato ad esultare. Pogacar non ha parlato e le dichiarazioni arrivano da Fabio Baldato, il direttore sportivo del team emiratino, che ha voluto raccontare del sopralluogo ad Aso.
«Avevamo pensato di fare un po' meno, ma giovedì sera Tadej ci ha chiesto di partire dalla Foresta di Arenberg. Così siamo partiti da lì e abbiamo fatto una buona ricognizione – ha spiegato Baldato - Serve soprattutto per la testa, per visualizzare bene, per guardare bene. Il tempo era bello e abbiamo fatto un buon lavoro».
La Parigi-Roubaix è una corsa che non puoi improvvisare e la strategia gioca un ruolo importante. «Vedremo cosa faranno le altre squadre. Visma Lease a Bike o Lidl-Trek possono piazzare molti uomini in testa, quindi bisognerà fare attenzione. Ma abbiamo corridori esperti, come Nils Politt, Tim Wellens e Florian Vermeersch. È facile parlare in anticipo di cosa faremo. Sarà ad Arenberg o a Mons-en-Pévèle o al Carrefour de l'Arbre? In ogni caso, tutti andranno velocissimi».
Pogacar ha provato alcuni tratti del percorso e tra i più impegnativi c’era il Mons-en-Pévelè, l’undicesimo settore lungo 3000 metri e caratterizzato da 5 stelle di difficoltà.
All'uscita dalla Foresta di Arenberg erano tanti i tifosi che attendevano il passaggio della maglia iridata, che è arrivata sfrecciando in mezzo ai compagni Wellens e Vermeersch e alcuni appassionati, in sella alla loro bici, hanno cercato di seguirlo, ma la velocità ha fatto subito la selezione.
Analizzando i dati dello sloveno mentre attraversava i vari settori, ha affrontato alcuni settori ad una velocità elevata, come se fosse in gara, tra questi il settore 15, Tilloy-lez-Marchiennes - Sars-et-Rosières (2400 m, 4 stelle), il 12, Auchy-lez-Orchies - Bersée (2700 m, 4 stelle), mentre con più cautela è uscito dal settore undici. «Tadej aveva già completato l'intero percorso della Parigi-Roubaix prima di fare il Giro delle Fiandre - ha ricordato Baldato - Abbiamo fatto questo percorso anche a febbraio, e il pavè era bagnato, c'era molta acqua. Volevamo avere tutto ben chiaro adesso dobbiamo solo correre».