Nei giorni scorsi sono stata travolta dalle medaglie vinte dagli azzurri e non ho avuto il tempo di scrivere d'altro. Oggi, dopo aver seguito Elisa Balsamo e Letizia Paternoster, che hanno messo in cascina un'esperienza fondamentale in vista di Parigi 2024 nella Madison, voglio rendere tributo a Ed Clancy, il corridore di maggior successo nell'inseguimento a squadre della storia, che dopo aver partecipato alla qualificazione della Gran Bretagna, ha annunciato il suo ritiro. Il 36enne di Barnsley, tre volte campione olimpico di specialità a Pechino, Londra e Rio e bronzo nell'Omnium a Londra 2012, si è dovuto arrendere alla sciatica e ai problemi alla schiena che nell'ultimo periodo non gli hanno dato pace.
«Durante il mio tempo con British Cycling ho ottenuto più di quanto avrei mai potuto sognare, ed è qualcosa che ricorderò per il resto della mia vita. Se potessi tornare indietro nel tempo, rifarei tutto da capo. Mi dispiace che la mia carriera olimpica finisca in questo modo, ma sarebbe ingiusto da parte mia insistere e aggravare il mio infortunio. Ritirarmi in questo momento è stata una delle decisioni più difficili della mia vita, perché mi sto divertendo più ora che mai, ma la scelta difficile di solito è quella giusta, ed era il momento giusto per me di farmi da parte. Farò il tifo per la mia squadra fino alla fine. Voglio ringraziare tutti - famiglia, amici, allenatori, squadre, sponsor e tutti coloro che mi hanno sostenuto - il successo della mia carriera è stato un grande lavoro di squadra. Grazie infine ai tifosi per il sostegno» ha annunciato lasciando spazio al giovane compagno Charlie Tanfield, centrato dal trenino danese in semifinale, prima della finale d'oro dell'Italia.
Clancy ha vinto il suo primo titolo mondiale nel 2005, all'età di 20 anni, e ha indossato per sette volte la maglia arcobaleno. In questi giorni ha ricevuto una marea di messaggi di auguri per il suo futuro da alcune delle leggende del ciclismo britannico, al fianco delle quali non sfigura, essendo a pieno titolo uno dei pistard più forti che la Regina possa vantare. Chris Hoy, per ben undici volte iridato e sei volte campione olimpico, secondo ciclista olimpico più decorato di tutti i tempi, ha definito Ed «l''inseguitore di squadra olimpica di maggior successo di tutti i tempi e un ragazzo eccezionale. Non è il modo in cui voleva uscire di scena, ma spero che sia estremamente orgoglioso non solo di ciò che ha raggiunto, ma anche di come l'ha raggiunto. Goditi la pensione amico». Bradley Wiggins, a Tokyo2020 per Eurosport, gli ha scritto: «È stato un privilegio amico! Sei la definizione di grandezza».
Mark Cavendish, con la consueta sensibilità, gli ha dedicato queste parole: «Penso che a tutti quelli che hanno conosciuto Ed Clancy si sia spezzato il cuore nel vederlo annunciare il suo ritiro ai Giochi Olimpici. Sicuramente per la delusione di non aver partecipato agli ultimi giri dell'inseguimento a squadre, ma ancora di più per il fatto che sta soffrendo per un infortunio. Ha sempre svolto il suo dovere, immagino quanto dolore provi per non essere in grado di correre nell'evento e con la squadra a cui ha dedicato la sua carriera. È stato l'allievo, l'insegnante, il padre, il fratello, la spalla, l'amico e sempre il compagno di squadra perfetto per tanti corridori su pista per 20 anni. Umile, diplomatico, devoto, patriottico, esperto e amato da tutti, penso che sarebbe il perfetto Performance Director per British Cycling. Quindi non allontanarti troppo dal velodromo, amico. Dovrai continuare ad essere Mr. Affidabile anche dopo aver smesso di pedalare».
Cannonbal ha anche svelato che il suo gatto si chiama come l'ex compagno di Nazionale e di tante battaglie nei velodromi di tutto il mondo in suo onore. Quei velodromi che oggi immaginiamo idealmente gremiti, con il pubblico in piedi ad applaudire Ed per una carriera a cui è mancato solo il finale dei sogni.
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