Accadde una quindicina di anni fa, forse di più: il tempo allontana i ricordi e avvicina gli anni. Eravamo stati coinvolti in una manifestazione letteraria a Milano: o forse ero stato io a coinvolgere lui. Corso Buenos Aires, liberata dalle macchine, si era riempita di gente a piedi e in bici: una festa mobile. Secondo il programma, avremmo dovuto raccontare storie: ma degli organizzatori non c’era traccia. La prima tentazione fu quella di andare in fuga: tanto nessuno se ne sarebbe accorto. Ma il senso del dovere ci costrinse a mantenere fede ai patti: e alzando la voce, cominciammo a narrare di corse e corridori, di capitani e gregari, di forature e cotte, di fughe e inseguimenti, di spinte e trattenute. Cose così.
La gente cominciò a fermarsi, ad ascoltare, a sorridere. Io ricordai le gesta di Renzo Zanazzi, lui di Luigi Malabrocca. E Corso Buenos Aires, per un attimo, mi sembrò tornare indietro di quasi un secolo quando, sempre di notte, regalò la partenza della prima tappa del primo Giro d’Italia. Non che ci fossero Zanazzi e Malabrocca, né tantomeno io e lui, ma respirai comunque un po’ di quella magia rotonda.
Lui era Benito Mazzi. Era, perché ieri è morto. Aveva 83 anni e tanti libri, fra cui quel “Coppi, Bartali e Malabrocca”, rieditato e riaggiornato (si dice così anche per fatti antichi) come “Coppi, Bartali, Carollo e Malabrocca” (entrambi pubblicati da Ediciclo), fra i capolavori della letteratura, e non solo di quella ciclistica. Le straordinarie avventure della Maglia Nera, un primato capovolto, un podio rovesciato, lentamente conquistato e poi fatalmente e un po’ anche subdolamente perduto. Ma Mazzi, che aveva conosciuto, ascoltato, riprodotto e – come non avrebbe potuto farlo? – amato “il Cinese”, lo avrebbe considerato sempre l’ultimo per eccellenza, l’ultimo per esempio, l’ultimo per antonomasia. Insomma: l’Ultimo. Tant’è che nel titolo della nuova edizione del libro, ha citato Malabrocca non prima, ma dopo Carollo.
Gli scrittori vanno e vengono, ma le loro parole – scritte, recitate, citate, tramandate, copiate-e-incollate – non si perdono. Quelle di Mazzi per Malabrocca pedalano qua e là. Piano piano.