PROFESSIONISTI | 04/08/2017 | 11:49 Clavicola e anca si rinsaldano, anche dopo una frattura. L’entusiasmo, invece, non si è mai spezzato. Neanche dopo la terribile caduta sul Mont du Chat che gli ha tolto la possibilità di giocarsi il Tour de France. Richie Porte sa di aver perso l’occasione della vita, ma il bicchiere resta comunque mezzo pieno quando riflette sulle conseguenze che quell’incidente avrebbe potuto avere.
«Non saprei dire se è più grande il rimpianto di non aver potuto competere per il Tour o il sollievo per non aver avuto problemi maggiori con la caduta. Probabilmente un misto di ambo le cose. Non c’è dubbio che l’infortunio sarebbe potuto essere peggiore, ma sono dispiaciuto perché in Francia ci ero arrivato davvero in gran forma, dopo una eccellente prima parte di stagione».
Il recupero di oggi, in ogni caso, è benzina per il domani. Quello che lo rivedrà in sella, forse già prima della fine stagione. «Spero ben prima, in effetti. Al momento ci sono potenzialmente due alternative: il Tour of Britain di inizio settembre o i Campionati del mondo della metà del mese. Per ora vediamo di capire come procede la riabilitazione».
Perché in effetti per l’australiano della Bmc da pedalare ce n’è. E la strada, più che in salita, è bagnata. La scelta di un allenamento pluridisciplinare lo porta a muoversi in acqua, combinando esercizi provenienti da diverse discipline sportive, anche molto diverse tra loro. Tra questa lo yoga, ma soprattutto il nuoto. Con cui conta di recuperare tono muscolare e resistenza, in un progetto che lo vede affiancato al sei volte iridato nuotatore Mark Foster, nella collaborazione nata dalla campagna Speedo Fit.
Il feeling con piscina e nuoto, in fondo, non è affatto una novità per Porte. Che inizia la propria attività sportiva come nuotatore, prima di passare al triathlon nella natale Launcheston, in Tasmania. Salirà in sella da ciclista solo a 21 anni, ma il ritorno in vasca avverrà all’indomani di ogni incidente di percorso: «Il nuoto mi aiuta a recuperare più velocemente, sin qui ho per lo più trascorso il tempo aspettando di guarire. Ma in futuro no, mi vedo più ciclista che triatleta. Certo, mi piace nuotare, però le lunghe distanze di corsa non sono sicuro di poterle affrontare», ci scherza su.
«Per il momento, penso a continuare a recuperare per tornare nell’ottima condizione con cui mi sono presentato al Tour. Spero di riuscire a tornare ad allenarmi entro le prossime due settimane».
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