TOUR OF CHINA II. Le parole di Rabou e Lunardon. AUDIO

PROFESSIONISTI | 18/09/2016 | 10:14
Abbiamo intervistato il vincitore Thomas Rabou e il secondo classificato, l'italiano Paolo Lunardon, al termine del prologo del Tour of China II 2016. Ecco le impressioni dei due corridori.

Iniziamo da Lunardon. Come è andata la tua gara?

«Volevo vincere, ma è andata bene perché ci sono anche gli altri! Era da un anno che aspettavo, visto anche l’ottimo quarto posto del 2015. Questo Tour of China II comincia bene come il TOC I (con un secondo posto, NDR). Vediamo adesso di mantenere le prime posizioni visto che le tappe sono adatte ai velocisti».

Domani è da farci un pensierino alla maglia

«Domani si correrà per la classifica e anche per la vittoria finale, abbiamo forse la squadra migliore per le volate, ci manca il velocista puro però possiamo giocarci molto bene le nostre carte».

Il percorso complicato di oggi non era tanto da specialisti, quanto per chi stava bene e poteva rilanciare a tutta a ogni curva

«Sì, tante curve oggi, che mi hanno un po’ penalizzato vista la mia statura, però era da spingere senza pensarci troppo. Il percorso non era pulitissimo, infatti nelle traiettorie delle curve non potevi utilizzare tutta la strada, però era così per tutti e io ho cercato sempre la linea meno sporca. Ne ho anche sbagliate due di curve e lì ho perso quel secondo che bastava per vincere».

Hai mai corso una gara così silenziosa?

«Dici per l'assenza di pubblico? Sinceramente no. Ma dentro la testa avevo un gran rumore per via della grande concentrazione ed è stato quasi meglio correre in queste condizioni».

E ora il vincitore. Quali sono le tue emozioni dopo questa vittoria e con la maglia gialla?

«Sono rimasto nel box ad attendere i risultati degli altri corridori per più di un’ora e non è stato facile perché sapevo che c’erano ancora tanti corridori molto forti che dovevano partire. Poi però ho visto che finivano con tempi più alti dei miei e ho iniziato a crederci. Sono molto felice per me e per il mio team, per avergli regalato questa vittoria».

È stato un prologo particolare, non da specialisti

«Non era il classico cronoprologo, in Olanda siamo piuttosto familiari con questo tipo di corse. Sono soddisfatto della mia performance. Ho provato il percorso cinque volte prima della gara e così ho affrontato tutte le curve senza frenare, spingendo al limite, soprattutto senza cadere».

Colli è caduto durante il riscaldamento, quanto era pericoloso il percorso, tra curve e un po’ troppo sporco?

«Non credo assolutamente che il percorso fosse pericoloso, era uguale per tutti. È una questione di quanti rischi vuoi assumerti e spesso alcuni corridori superano il confine con la sicurezza. Certo, se vuoi vincere devi prenderti dei rischi, ma è parte del gioco. Daniele è caduto però prima della gara e questo mi dispiace molto, non si vorrebbe mai che qualcuno cadesse».

Quanto potresti tenere la maglia?

«Non sono un velocista, siamo una squadra cinese locale e siamo orgogliosi di vestire la maglia gialla, ma sono conscio che ci sono tanti secondi di abbuono ogni finale e sarà molto, ma molto difficile tenere la leadership. Ma ci proverò e comunque sono davvero molto felice per oggi».

Da Wuhan, Diego Barbera

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