Poco più di 3 mesi fa la città di Valencia e soprattutto i suoi dintorni venivano colpiti dalla DANA, la catastrofe naturale che ha causato oltre 230 morti. Non c’è modo di sorridere, ma quantomeno dal 5 al 9 febbraio, con la Volta a la Comunitat Valenciana 2025, il territorio tornerà ad essere protagonista del grande ciclismo. Sarà un modo per accompagnare tutta la zona in questa lunga e dispendiosa ripartenza, per sensibilizzare e per sostenere concretamente.
In particolare, saranno le tappe 3 e 5 a toccare i luoghi colpiti dal disastro. La partenza da Algemesí nella terza tappa, con passaggi da Guadassuar, L’Alcúdia, Carlet, Turís e Cheste, e la partenza da Alfafar nella quinta, con transiti da Beniparrell, Silla, Almusafes e Benifaió, tutti villaggi fortemente danneggiati dalla DANA.
LA STORIA
La corsa ha origini ormai parecchio lontane, visto che la prima edizione risale al 1929, anche se in epoca franchista si è svolta a correnti alternate. Dopo la scomparsa nel 2009, è tornata stabilmente in calendario nel 2016 grazie all’ex professionista Ángel Casero (vincitore della Vuelta nel 2001) e negli ultimi anni ha sempre accolto un parterre di assoluto prestigio.
Gli italiani sono saliti sul gradino più alto del podio finale per 3 volte, con Marcello Bergamo (1974), Dario Frigo (2003) e Alessandro Petacchi (2005). Da quando la corsa è rinata sono due gli azzurri saliti sul podio: Manuel Senni nel 2017 e Giulio Ciccone nel 2023. Il campione in carica è l’americano Brandon McNulty.
IL PERCORSO
La Volta Valenciana accoglie nuovamente una cronometro a squadre, dopo averla proposta nel 2017 e nel 2018. Quella di quest’anno sarà quasi identica a quella del 2017, 34 km dal centro di Orihuela fino a Playa de la Glea. La prova, totalmente pianeggiante, è abbastanza lunga da poter creare già alcuni distacchi interessante tra gli uomini di classifica, che dovranno sperare di avere qualche specialista al proprio fianco per non perdere troppo tempo. Per gli italiani affiorano buoni ricordi da Orihuela, visto che in quel 2017 la BMC vinse la cronosquadre e Senni volò in maglia di leader, mentre l’anno scorso Jonathan Milan sprintò per la prima vittoria stagionale.
A differenza di altre corse a tappe, le difficoltà più grandi saranno concentrate soprattutto nelle prime tappe. La seconda tappa, La Nucía - Benifato di 166 km, può già essere considerata la frazione regina della corsa, visto che l’arrivo è in salita e le pendenze sono di quelle toste. Negli ultimi 42 km il gruppo dovrà affrontare le salita del Coll de Rates (5,7 km al 5,3%), quella di Benimantell (5,5 km al 7%) e, soprattutto, quella che porta al traguardo di Font de Partegat, che è di 4,3 km al 9,5%. Non ci saranno tatticismi che tengono, perché la generale potrebbe decidersi già in buona parte qua.
Attenzione però alla terza tappa, che difficilmente vedrà gli uomini di classifica rimanere fermi, se non altro perché potrebbe essere la loro ultima occasione per provare a fare qualcosa. La Algemesí - Alpuente di 180 km si fa molto insidiosa nella seconda parte, in particolare con la scalata di El Remedio (7,9 km al 6,5%) da scollinare a 21 km dall’arrivo. Da quel punto in avanti ci sarà un saliscendi che porterà agli ultimi 1200 metri in salita al 7%. La bagarre potrebbe scoppiare molto presto.
Per la quarta tappa ci si sposterà a nord di Valencia per la Oropesa del Mar - Portell de Morella di 181 km. Potrebbe arrivare la prima chance per i velocisti, che però dovranno sudarsela visto che nei primi 100 km non c’è un metro di pianura. Più agevoli gli ultimi 80 km, dove gli sprinter dovranno sperare di essere ancora in gruppo, o quantomeno vicini per poter rientrare. Molto dipenderà da come verranno affrontati i 4 GPM della prima parte di frazione.
Mal che vada per i velocisti ci sarà la passerella finale, la Alfafar - Valencia di 104 km. La frazione è totalmente pianeggiante e l’arrivo è posto a La Marina de Valencia, dove gli sprinter potranno sfoderare tutta la loro potenza.
(Altimetrie in copertina)
I FAVORITI
Al via ci sarà anche il campione in carica, Brandon McNulty, che sarà uno dei capitani della UAE Team Emirates-XRG, chiamata ad essere, come spesso accade, il faro della corsa. Con l’americano ci saranno infatti anche João Almeida e Pavel Sivakov, motivo per cui la squadra emiratina punterà senza dubbio al bersaglio grosso.
Non mancheranno però gli avversari, perché la Red Bull-Bora-hansgrohe avrà sia Aleksandr Vlasov, 3° lo scorso anno, che Jai Hindley, mentre la Bahrain Victorious si affiderà a Pello Bilbao, Santiago Buitrago, 2° nel 2024, e il nuovo arrivo Lenny Martinez. La Ineos Grenadiers potrà contare su Carlos Rodriguez e Thymen Arensman, la Jayco-AlUla su Ben O’Connor e il nostro Filippo Zana. Da tenere d’occhio anche Joseph Blackmore e Alexey Lutsenko (Israel-Premier Tech), col kazako all’esordio coi nuovi colori, e magari anche Davide Piganzoli (Team Polti VisitMalta), che troverà senz’altro terreno adatto per mettere in mostra le sue potenzialità.
A proposito di italiani, al via ce ne saranno tanti, anche se una buona parte sarà chiamata, verosimilmente, a lavorare per i compagni. Ci saranno Matteo Sobrero, Giovanni Aleotti e Gianni Moscon (Red Bull-Bora-hansgrohe), Edoardo Zambanini (Bahrain Victorious), Filippo Baroncini (UAE Team Emirates-XRG) e Lorenzo Milesi (Movistar) tra gli altri, mentre più spazio potrebbero trovarlo Gianluca Brambilla, Walter Calzoni (Q36.5) e Luca Covili (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè).
Niente obblighi di gregariato, invece, per Jonathan Milan (Lidl Trek), che avrà almeno una chance per sfoderare tutta la sua potenza in volata e sbloccarsi fin dalla prima uscita stagionale. Al suo fianco avrà il fido Simone Consonni e a sfidarlo ci saranno sprinter come Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck), Gerben Thijssen (Intermarché-Wanty), Ethan Vernon (Israel-PremierTech) e Iúri Leitão (Caja Rural-Seguros RGA), ma anche Giovanni Lonardi (Team Polti VisitMalta) e Filippo Fiorelli (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè), che però preferiscono volate a ranghi non del tutto compatti.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.