Per Oss, reduce dalla pedalata “Just Ride” in sei tappe, da Torbole a Lucca (quasi 800 km in sella alla sua bici e con due borse), una nuova esperienza nello sport dei boschi molto diffuso in Trentino.
«Effettivamente è stata un’esperienza insolita quella dell’Orienteering, inedita anche la “Just Ride” dove ho pedalato senza le tensioni della gara – spiega il ciclista –. Ho potuto capire meglio alcuni aspetti delle attività di comunicazione. Infatti con me c’era un gruppo di amici in auto che hanno prodotto il racconto video del viaggio».
Un modo soft per
riprendere dopo le fatiche del Giro.
«Esatto, dopo la corsa rosa ho lasciato la bici in garage per una settimana. Poi è nata quest’idea fra amici ed ho ripreso con il viaggio».
Fatica a ripartire e ritrovare la forma?
«No basta fare una gara e si ritrova il ritmo. Quest’anno poi la stagione finisce tardi e sarà lunga arrivare a metà ottobre per il Mondiale in Qatar dove con la mia squadra punto a far bene, siamo campioni in carica. In questo gruppo mi trovo bene ed ho firmato per un altro anno».
Il Trentino esprime buonissimi
corridori.
«Esatto siamo in pochi ma di buona qualità, penso a Moreno Moser, a Matteo Trentin, Gianni Moscon».
Avete anche buoni tecnici. Che
rapporto hai con Dario Broccardo?
«Ci conosciamo fin dai tempi dell’Aurora Trento. E’ sempre stato uno di casa e poi ci siamo confrontati sui temi del ciclismo. Lui aveva seguito gli olimpionici della pista. C’è sempre stata stima reciproca e poi è diventato il mio allenatore. Mio e di Manuel Quinziato, anche se lui è di Bolzano».
Pietro Illarietti
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