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Il Tour dell’Estonia 2016 rischia di non potersi correre. Sono giorni di attesa e confronto tra gli organizzatori della corsa, prevista per la fine del prossimo mese di maggio. Entro la metà di febbraio dovrebbero essere decise le sorti della manifestazione, che ha chiuso la precedente edizione con un passivo di 15mila euro. Un deficit che non potrebbe essere sostenuto per la seconda stagione consecutiva, sebbene il rischio di chiusura in perdita potrebbe quest’anno essere scongiurato da un budget superiore rispetto all’anno precedente.
Nonostante questa situazione di incertezza sul destino economico della corsa, la macchina organizzativa non si interrompe. Confermata la volontà di disegnare la tappa Tallin-Tartu, con un circuito finale nella cittadina universitaria, e la successiva prova proprio nella città già teatro dei Campionati europei della scorsa estate. Una prima frazione scenografica, insomma, con cartoline di corsa da spedire attraversando le località di Järva-Jaani e Jõgeva. E una seconda metà nel circuito cittadino di Tartu, fatto di saliscendi senza particolari difficoltà per formazioni Continental e squadre nazionali. A margine delle due tappe dovrebbe poi ritornare nel programma anche la prova storica per il centro di Tartu.
Ma il Tour dell’Estonia, rimanendo
fedele all’altissima specializzazione tecnologica del Paese, dovrebbe essere
accompagnato anche dalla copertura video live in alta definizione dell’intera
manifestazione, grazie alla già positiva esperienza maturata nell’agosto 2015
proprio durante gli Europei organizzati dall’Uec. “Uno sforzo in più”, spiegano
gli organizzatori, “che cerca di andare oltre le difficoltà economiche
dell’Estonia, solo in parte controbilanciate dai minori costi di produzione di
altre nazioni. Il beneficio garantito dalle riprese video, per quanto
dispendioso in termini economici, è però il sistema più efficace per garantire
visibilità e promozione turistica, oltre che sportiva”.
Una svolta che potrebbe decidere il destino delle gare estoni potrebbe essere
rappresentata dall’ingresso di investitori privati. Una soluzione, però, al
momento ancora lontana dal concretizzarsi.
Stefano Arosio
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