PROFESSIONISTI | 31/01/2016 | 07:45 Con lo sguardo dritto e aperto nel futuro (cit. A muso duro, Pierangelo Bertoli) la Lampre Merida si presenta al nastro di partenza della stagione 2016: l’unico WorldTeam italiano ha deciso di puntare ancora una volta sui giovani proprio per costruirsi un grande futuro. Anche se questo non significa rinunciare a cogliere buoni risultati già quest’anno. «Obiettivi particolari non vogliamo dichiararne - esordisce con franchezza il team manager Brent Copeland quando lo incontriamo nella sede di Usmate Velate alla vigilia delle festività di fine anno - per una scelta filosofica interna al team ma anche perché sarebbe sciocco farne».
In che senso? «Nel senso che veniamo da un’ottima stagione quanto a risultati: nel 2015 abbiamo ottenuto 31 vittorie con sedici corridori diversi, con il fiore all’occhiello di sette tappe conquistate nei grandi Giri. Onestamente, credo che sarà molto difficile riuscire a ripetere un simile bottino. Abbiamo ulteriormente ringiovanito la squadra, vogliamo crescere in prospettiva 2017 e 2018. In questa ottica, se i nostri ragazzi sapranno conquistare piazzamenti importanti ed essere protagonisti nelle corse principale, lo considereremo un risultato significativo. Quando si lavora con i giovani, è sempre difficile prevederne il rendimento».
Però avete tre punte - Rui Costa, Modolo e Ulissi - che lo scorso anno non hanno brillato e quindi... «Quindi ci aspettiamo molto da loro. Ognuno di loro deve compiere un salto di qualità e riuscire a raggiungere risultati che contano».
Andiamo con ordine: Rui Costa. «Dobbiamo incontrarci con Alberto e capire bene cosa rincorrere al Tour. Lo scorso anno ha voluto provare a curare la classifica, è stato costretto al ritiro da problemi fisici, ma era già in ritardo rispetto ai migliori. Secondo me è meglio che lui punti a cercare di vincere una classica delle Ardenne e poi ad andare a caccia di tappe al Tour, mantenendo linearità nella sua preparazione. Se riuscisse a far bene in Belgio, arriverebbe alla Grande Boucle con il morale a mille e potrebbe far bene».
Sacha Modolo. «È indubbio che possa fare molto di più di quello che ha fatto fino ad ora. Deve imparare ad essere più continuo, a lavorare meglio quando è a casa, a presentarsi più preparato ai grandi appuntamenti. In ritiro gli abbiamo fatto questo esempio: al Tour di Abu Dhabi faticava, ha sofferto e poi è andato al Tour de Hainan dove ha addirittura vinto la classifica generale. Quando Sacha arriva preparato, vince e lo ha dimostrato sulle strade dei grandi giri. Deve riuscire ad essere più continuo e sono convinto che potrà fare bene anche al Nord, naturalmente nella prima parte delle classiche».
Ed eccoci a Diego Ulissi. «A lui serve la convinzione in se stesso. Ha qualità e motore, ora deve lavorare sulla sua mente, deve fare un bel discorso con se stesso. Se ci riesce, può fare grandi cosa alla Liegi, per esempio, prima di misurarsi con Modolo sulle strade del Giro d’Italia».
Restiamo in tema di grandi giri e passiamo ad un nuovo acquisto molto atteso, Louis Meintjes. «È uno scalatore che ha ancora ampi margini di miglioramento e deve lavorare su tanti aspetti della preparazione. Nonostante la giovane età, ha già accumulato una buona esperienza nelle grandi corse a tappe, tra l’altro è stato decimo alla Vuelta 2015, e abbiamo deciso di schierarlo al Tour de France: senza pressione, naturalmente, ma sarà importante capire quali possono essere i suo valori nella corsa più famosa del mondo».
Avete puntato su molti giovani, ma qualcuno comincia già a crescere... «Ci aspettiamo degli ulteriori passi in avanti da ragazzi come Valerio Conti e Mattia Cattaneo, abbiamo chiesto a Cimolai, che nel 2015 è partito molto bene, di essere più continuo, abbiamo Polanc e Pibernik che, pur essendo ancora molto giovani, hanno già fatto belle cose e si stanno confermando come elementi importanti del nostro team».
Tra gli arrivi, Federico Zurlo. «Personalmente lo vedo un corridore adatto alle classiche del Nord. Probabilmente nella squadra in cui militava non è riuscito ad esprimersi al meglio, speriamo che lo faccia con noi».
Arriva anche Marko Kump con il suo carico vittorie. «Nel 2015 ha vinto 18 corse con un team Continental, abbiamo deciso di investire su di lui: sono convinto che con un calendario definito sin da inizio stagione, e non condizionato dagli inviti alle varie corse, possa arrivare più preparato agli appuntamenti importanti e quindi misurarsi con i velocisti più forti del gruppo».
Un altro giovane di talento è Mohoric. «Confermo, è un corridore di talento. E ho visto sin dal primo ritiro di Boario Terme che si è inserito molto bene nel gruppo, che lavora con entusiasmo: vogliamo che continui il suo processo di crescita senza troppe pressioni e siamo sicuri che ci regalerà belle soddisfazioni. Deve capire di non essere solo uno scalatore, deve ancora far vedere quali sono le sue qualità. Ne abbiamo parlato a lungo, ci ha ascoltato con grande attenzione e colto le nostre proposte con entusiasmo. Ma volete sapere una cosa?».
Dica. «A Boario Terme mi ha colpito proprio il grande entusiasmo che si respirava tra tutti i ragazzi. Credetemi, ormai ne ho visti di inizi stagione, ma questa volta sono rimasto impressionato e lo considero un buon segnale».
A creare l’ambiente giusto contribuiscono anche i “senatori” della squadra. «Ci sono corridori importanti in corsa e fuori come Bono, Ferrari, Mori, Niemec, Durasek che nel 2015 ha anche vinto: sono l’ossatura della squadra, i cardini attorno ai quali ruota tutto. E a loro si aggiungerà anche Arashiro, il giapponese che metterà al servizio della squadra la sua esperienza nelle classiche delle Ardenne e nei grandi giri».
Ci sembra di capire che di frecce al vostro arco ne abbiate parecchie. «Abbiamo cercato di allestire una squadra completa, che possa farsi onore in tutte le corse che disputerà. Ma, come ho detto all’inizio del nostro incontro, non possiamo nasconderci dietro ad un dito: siamo un team molto giovane, il cui compito principale è quello di crescere e di costruirsi un futuro. Ma sono fiducioso e sono convinto che la Lampre Merida ci regalerà una bella stagione».
Una campagna acquisti da massimo risultato con il minimo sforzo.
Peccato che si siano fatti scappare il loro gioiellino Bonifazio, l'unica World Tour italiana, dovrebbe riuscire a tenere i prodotti del suo vivaio.
C'è anche Ilia Koshevoy
1 febbraio 2016 00:58giannitendola
Broggi hai dimenticato Ilia Koshevoy: vogliamo dire qualcosa su di lui?
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