FAVILLI. «È un brutto momento per me e per il ciclismo»

PROFESSIONISTI | 06/12/2015 | 07:44
Tra i corridori fermi ai box c'è Elia Favilli, toscano classe '89, che dopo due anni in Farnese Vini e altrettanti in Lampre Merida, in questa stagione ha difeso i colori della Southeast.

Come sei messo Elia?
«Male perché per ora il rinnovo con c'è. Dalla squadra mi hanno detto che se riescono a trovare qualche altra sponsorizzazione mi tengono, ma al momento è più no che sì. Sinceramente non me lo aspettavo, quindi non mi sono guardato troppo attorno anche perché i discorsi che si sentono sono sempre i soliti: non ci sono soldi. Spero Citracca trovi lo spazio per tenermi perché in questo gruppo mi trovo davvero bene e penso di poter dire ancora la mia nel mondo del ciclismo».

Che pensieri ti passano per la testa in questo periodo?
«Stiamo vivendo uno dei peggiori momenti che ha attraversato il ciclismo, la situazione economica è critica e anche lo sport ne soffre. Ho capito che c'era qualcosa che non funzionava in questo meccanismo quando smise di correre Pietropolli, che secondo me era un corridore che meritava veramente, e più di metà gruppo andava più piano di lui. L'anno scorso tanta gente forte è rimasta a piedi e così accadrà anche quest'inverno. Non voglio essere polemico, ma il ciclismo di oggi purtroppo è così... In questi giorni ripenso ai 5 anni trascorsi nella massima categoria e a quelli precedenti tra le giovanili, alla passione che ci ho sempre messo, agli errori commessi, alle occasioni non sfruttate a pieno, ai punti deboli su cui avrei dovuto lavorare di più, sono autocritico e cerco di darmi delle motivazioni. Speriamo davvero non finisca qui la mia avventura, sto continuando ad allenarmi e fino al 31 dicembre ci credo».

Hai pensato ad una eventuale alternativa?
«Mi da davvero noia il pensiero di dover fare altro. Un corridore è abituato ogni mattina a uscire in bici, io ho sempre fatto questo nella mia vita e pedalare è la mia unica valvola di sfogo. I grandi cambiamenti spaventano, mi devo abituare al pensiero, ma ora come ora è difficile. Se nessuno mi chiamerà, cercherò un lavoro quasiasi, non ho grandi pretese, l'importante è mantenere bene la mia famiglia, non far mancare nulla ai miei figlioli. Mia moglie Chiara fortunamente da poco ha firmato un contratto a tempo indeterminato in uno studio che si occupa di paghe e contributi, ma io non posso far mancare il mio contributo nel bilancio familiare. Ginevra ha 17 mesi mentre Emanuele è in prima elementare. Lui è un bimbo molto sensibile, percepisce che sono irascibile e teso, ma gli ripeto di non preoccuparsi: comunque vada babbo si rimboccherà le maniche e troverà una soluzione».

Giulia De Maio

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COMMENTI
6 dicembre 2015 14:09 BARRUSCOTTO
IO NON CAPISCO NEL 2016 CI SARANNO 4 TEAM IN PIU PROFESSIONAL IN ITALIA ENTRA SEGAFREDO NEL MONDO IL WORLD TOUR A GRANDI SPONSOR MA DOVE STA LA CRISI CERTO CI SONO ANCHE STORIE TRISTI

che tristezza
7 dicembre 2015 09:54 ettore65
io tra le righe leggo: "se ti porti uno sponsor corri", il povero Favilli pero' non lo puo' dire.
E' cosi' per molti, quindi corre chi porta i soldi e non chi ha le capacita'....... risultato: basso livello e quindi qualcuno ricorre anche al doping per "finire le gare" e avere un contratto anche l'anno successivo.

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