DUBAI. Nibali, Purito e Cavendish stelle del Giro. GALLERY

PROFESSIONISTI | 03/02/2015 | 14:34
Vincenzo Nibali è la stella indiscussa del Giro del Dubai ed è attorno a lui che è ruotata la conferenza stampa di presentazione della corsa che scatta domani.

Si apre la stagione in cui dovrai riconfermarti al Tour: tanto Froome quanto Contador non hanno indicato te come rivale più temibile, viste le tante salite molti preferisco Quintana... Non ti senti sottovalutato?
«Assolutamente no, ognuno è libero di fare le proprie considerazioni. Io so di aver lavorato bene quest'inverno, meglio di quanto avessi fatto l'anno passato, di non essermi lasciato andare, di stare crescendo gradualmente. Scorrendo i partenti del Tour io tengo in considerazione tutti, compreso Rodriguez che nominano in pochi: bisogna portare rispetto per tutti».

Debutto stagionale anche per Joaquim Rodriguez (Team Katusha): «Ho buone sensazioni, sono qui per allenarmi perché questa non è una corsa per scalatori, voglio affinare la condizione in vista della Tirreno-Adriatico, che è il mio primo grande obiettivo della stagione. Comunque nella terza tappa, quella con arrivo in salita, voglio testarmi».

Attesa anche per Alejandro Valverde (Movistar Team), già a segno in questo avvio di stagione: «Dopo la vittoria a Mallorca mi sento bene. Da domani ci aspetta una corsa più adatta ai velocisti, anche se c'è una tappa con un arrivo duro. Lavoreremo per Lobato, non cercherò io la vittoria finale ma solo per il tipo di corsa, non perché non mi senta forte».

E a proposito di velocisti, ecco il pensiero di Mark Cavendish (Etixx Quick Step): «Sarà una bella sfida con Degenkolb, Guardini e gli altri velocisti presenti. È bello essere qui all'inizio dell'anno per perfezionare il lavoro del treno e affinare la condizione in vista degli appuntamenti più importanti di stagione».

Chiamato in causa da Cannonball, John Degenkolb (Giant Alpecin) risponde: «È stato un lungo inverno, sereno, con ritiri e allenamenti proficui e sono felice di tornare finalmente a correre. In Germania il tempo ora non è dei migliori, quindi è bello essere qui a prendere un po' di sole, a pedalare tante ore - le tappe sono lunghe, ma in alcuni giorni farò un'ora prima o dopo per allungare gli allenamenti - e ovviamente a buttarmi nella mischia per qualche bella volata. L'anno scorso Marcel (Kittel, ndr) ha vinto 3 tappe, io e il mio compagno Mezgec cercheremo di fare del nostro meglio per non essere da meno».

Infine parola alla stella locale Badr Alhammadi (UAE National Team) che, dopo l'immancabile selfie con Nibali, spiega: «Il ciclismo nel nostro Paese sta crescendo, vedo un grande futuro davanti a noi, grazie alle autorità che stanno credendo molto nel nostro movimento e con questa corsa hanno portato i migliori ciclisti al mondo a Dubai. Sarà un onore correre con loro».

da Dubai, Giulia De Maio
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COMMENTI
3 febbraio 2015 15:06 BARRUSCOTTO
CHE BELLA LA MONDIALIZZAZIONE DOVE IL NOSTRO SPORT E AMATO IN TUTTO IL MONDO E SI POSSONO VEDERE POSTI CHE POCHI POSSONO ANDARE

3 febbraio 2015 16:22 Tarango
Io francamente preferirei che, prima di andare a correre a Dubai o nello Yorkshire, si preservassero le corse con una certa tradizione. Giro del Lazio (o Roma Maxima fate voi), Mediterraneo e via discorrendo. Guardando vecchi filmati di Raisport si vedono arrivi dell'Agostoni anni '70 con viali pieni di gente, quasi fosse una Sanremo. Ora corse del genere sono penalizzate, dimenticate, poco considerate. Se perdi la storia e la tradizione, hai perso tutto. Dune o non dune.

x tarango
3 febbraio 2015 18:19 siluro1946
Tutto vero e triste. A Lissone, ed anche altrove, ci sono capannoni industriali vuoti, negozi desolatamente chiusi, strade con buche impressionanti, municipi in altre faccende "affacendati". Meno male, che ci sono arabi, cinesi, statunitensi a tenere vivo il movimento.

Sono d'accordo con Tarango.
4 febbraio 2015 01:48 Bastiano
Io credo che se ci fosse un minimo di protezione per le gare storiche e se, gli facciamo avere corridori (puliti) e team di qualità, forse la gente torna a seguirlo in massa. certo che se, devono veder correre i cicloamatori di tante continental che si pagano i contratti, mentre i grandi team vanno in Asia, lo stimolo diventa davvero minimo.
Un parola la spenderei anche per RCS che a differenza di organizzatori francesi, belgi ed olandesi, non invitano i team italiani alle loro gare e poi, ci si lamenta se non vinciamo le gare importanti!

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