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Nato a Luis Guillon (Buenos Aires) il 20 febbraio 1993, è soprannominato “testone” per l’ambizione, la voglia di arrivare e il caratterino che lo contraddistinguono per sua stessa ammissione. 174 cm per 67 kg, pedala dall’età di 5 anni quando il padre gli trasmise la passione per le due ruote, nel DNA della famiglia Gaday. Vicecampione argentino 2014 Under 23 su strada, trasferendosi a correre nel nostro paese si aspetta un grande salto di qualità.
Come ti trovi a correre con i professionisti? «È una bellissima esperienza, dai big si può imparare molto. La corsa è molto dura, fa caldo e i pro’ vanno forte, tanto forte. In classifica sono in 42° posizione, per non essere in condizione è un bel piazzamento. Due anni fa questa era la corsa più importante dell’anno per me, ci arrivavo al top, ora invece non sono in formissima perché il calendario che mi aspetta in Italia è lungo e prestigioso».
Come sei venuto in contatto con questa formazione veneta? «L’anno scorso sono stato tre mesi in Italia con la nazionale argentina e sono stato contattato da questo team, i dirigenti mi hanno visto gareggiare e mi hanno proposto di passare con loro. Ho accettato al volo perché per me è una grande possibilità. Il ciclismo nel vostro paese, anche a livello dilettantistico, è molto più professionale che da noi dove c’è una cultura ciclistica più giovane».
Cosa ti aspetti per il 2015? «Di vincere almeno una corsa in Italia e fare bella figura con la mia squadra. Aiuterò i miei compagni ad ogni occasione perché uno di noi tagli il traguardo a braccia alzate e sono certo loro faranno altrettanto per me».
Il tuo sogno nel cassetto? «Partecipare un giorno all'Olimpiade, come fece mio padre, pistard ai Giochi di Seul '88».
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