Davanti al più classico degli sprint non può non tornare alla mente il grande assente: Alessandro Petacchi. Fino a un mese fa tutti lo aspettavamo qui, sulle sue strade, dove ha esaltato le folle. Poi l’annuncio del ritiro, improvviso e inatteso, un gesto comunque compreso e rispettato da tutti, tanto che sui giornali sono fioriti toccanti omaggi all’insegna dei titoli più malinconci: “Si ritira Petacchi, lo sprinter gentiluomo”. Poi, in prossimità del Giro, lo choccante colpo di scena, la notizia incredibile: Petacchi chiede all’Uci di tornare subito a correre, questa volta nelle vesti di capotreno, a beneficio di Cavendish. E il ritiro, e la mancanza di motivazioni, e tutte le belle parole spese per riconoscergli il senso di correttezza e di lealtà nel decidere lo stop al momento giusto? Tutto frutto della nostra immaginazione. Io vorrei aggiungere: frutto della nostra stima e della nostra considerazione per un campione che conoscevamo misurato e corretto, ben lontano dall’immagine classica della simpatica canaglia che accompagna la storia dello sprint.
In realtà, la storia va riscritta in un altro modo, e a me dispiace infinitamente. La storia vera è questa: Petacchi riceve una proposta da Cavendish per svernare – con pensione d’oro – al suo servizio, Petacchi va da Saronni alla Lampre e gli dice che sente il bisogno di fermarsi, quindi Petacchi si accasa da Cavendish e chiede di ripartire già al Giro. Bene, molto bene ha fatto l’Uci a sbarrargli la porta: saremo pure tutti babbei, ma c’è un limite.
Io non so che cosa abbia detto o che cosa abbia in animo di dire Saronni a Petacchi dopo la simpatica tarantella ordita alle sue spalle. Non so neppure cosa ne pensino i tifosi che hanno sempre osannato Alessandro-jet per le volate e per il suo modo d’essere, forse più per il suo modo d’essere che per le volate. Personalmente, trovo questa storia molto penosa, perché comunque si sgretola un mito, costruito in tanti anni con un certo stile, ma poi rovinato senza stile in pochi attimi.
Può darsi che Petacchi troverà con Cavendish nuovi stimoli e una nuova felicità, ma non credo che troverà più lo stesso affetto delle folle. Non si fa così. Non è il modo di giocare con i sentimenti della gente. Qui nessuno può insegnare la buona creanza a nessuno, però bisogna pur dire che trasparenza, lealtà, correttezza restano doti di un certo pregio. Petacchi evidentemente pensa che basti il ricordo dei suoi sprint per tenere in piedi il forte legame con i tifosi. Secondo me si sbaglia. Purtroppo, adesso che per limiti di età non c’è più il campione, ci accorgiamo di un altro vuoto improvviso: non c’è più l’icona del campione gentiluomo. Molto peggio.
il modo "pungente" di scrivere da parte del Dott. Gatti, però, una cosa gli rimprovero: non mi pare di aver letto qualcosa da parte Sua in merito alla vicenda ed al diverso trattamento ricevuto in casa Lampre in merito alle posizioni di POZZATO E SCARPONI nel storia a quattro, Saronni, Pozzato, Scarponi e Dott. Ferrari!!! Ma ancora ha tempo, Dott. Gatti,per farmi ricredere in Suo favore...
Francesco Conti-Jesi(AN).
carera
9 maggio 2013 17:59superpiter
Sempre draghi nella gestione delle situazione
Tifoso
9 maggio 2013 19:40Leone
Mi pare che la ricostruzione della storia sia del tutto priva del supporto di prove. Nel mondo del ciclismo è consuetudine mettere in discussione tutto: i risultati, la lealtà e persino l'onestà delle persone. Io ho il piacere, la fortuna e l'onore di conoscere il velocista gentiluomo e a nome di tutti i tifosi e delle persone che gli vogliono bene lo ringrazio per l'emozioni che ci ha dato e le gioie che ci ha regalato, tutte stampate nei nostri ricordi....chi non ha il privilegio di appartenere a questa schiera resti pure senza "l'icona del campione gentiluomo".
..tanto per scrivere!!!!
9 maggio 2013 19:54luchino
Signor Gatti, ma è in tono scherzoso questo articolo o fa sul serio???
ma che c'entra scherzare sui sentimenti dei tifosi con gli affari personali di Petacchi??? se uno tifa Petacchi lo tifa anche se cambia squadra 100 volte e in qualsiasi modo, lui non deve certo rendere conto a Lei tantomeno a nessun altro.
Roba da matti
luchino
Velocista-gentiluomo? Mah!
9 maggio 2013 21:24Bartoli64
Vorrei ribattere al post di Luchino dicendo che uno può cambiare squadra anche 10.000 di volte, ma che c’è modo e modo di farlo e quello (subdolo) utilizzato da Petacchi altro non farebbe che confermare (se l’informazione che ci ha dato il Dr. Gatti risponde al vero), che quello del ciclismo è un mondo meschino spesso in mano a gente meschina.
E poi ci si meraviglia se per decenni è stato dominato dal doping più selvaggio?
Piuttosto domandiamoci perché proprio da noi in Italia - al contrario di quanto è già successo in tutto il resto del mondo - non ce n’è ancora uno di corridore che abbia fatto “outing” sugli anni più bui del ns. ciclismo, e su tutta la me**a che si è mandato dentro.
Sarà perché l’omertà, il menefreghismo ed il cinismo sono parte integrante del DNA italico?
In ogni caso a me il Peta era già calato sotto i tacchi quando, ad una conferenza stampa, pretese che Eugenio Capodacqua lasciasse la sala altrimenti lui non avrebbe parlato.
Capodacqua gli rispose che se non aveva intenzione di parlare si poteva anche accomodare fuori… GRANDE!! (Capodacqua e non Petacchi ovviamente).
Velocista si, ma gentiluomo proprio no…
Bartoli64
rapporto causa-effetto
9 maggio 2013 21:53indiano
Signor Gatti, mi dispiace contraddirla; soprattutto quando parla di "storia molto penosa" penso che ci sia la fredda e cinica analisi del solo effetto. Forse sarebbe il caso di approfondire in maniera precisa la causa che ha generato cio'.
Se non lo ha già fatto sono ben lieto di contraddirla e se lo farà in seguito la prego (se possibile) di metterci al corrente.Parlo al plurale in quanto sono certo di non essere l'unico ad aver creduto ed a continuare a credere al
"campione gentiluomo".
fabio
dissapori in casa Lampre
9 maggio 2013 23:56lattughina
solo perchè fanno i giornalisti non devono pensare di essere i depositari della verità, e, in questo caso penso proprio che il Sig. Gatti abbia preso un abbaglio di quelli grossi, ma proprio grossi. La regola UCI sul trasferimento dei corridori parla chiaro: il trasferimento è possibile dal 1 al 15 agosto. Lei Sig. Gatti pensa davvero che Petacchi & Company non sapessero di questo enorme ostacolo da superare?????? Ma per favore!!!!! Nessuno, dico nessuno poteva avere la certezza che Petacchi potesse cambiare squadra in quattro e quattrotto per fare il treno a Cavendish al Giro. Alla base del divorzio tra Petacchi e Saronni ci sono stati dei forti dissapori altrimenti Ale-jet avrebbe terminato la sua carriera in casa Lanpre. Questo è quanto.
Posare il fiasco ..... prego
10 maggio 2013 08:56bottegone
Dott. Stagi,
per favore .... posi il fiasco ..... Grazie !
Bottegone
Saronni
10 maggio 2013 09:19antony
Ma perchè non ci chiediamo quali sono i veri motivi per cui Petacchi ha detto basta a Saronni? I giornalisti non sanno proprio mai nulla? O forse Saronni può sempre comportarsi come vuole senza rispetto nè di regole nè di persone nè di impegni presi? Mah.....
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