Matteo Moschetti stava bene, ce lo avevo detto nelle ultime ore e lo aveva confermato lui con le sue stesse gambe nelle prime due volate dell’AlUla Tour dove era finito entrambe le volte 4°. Aveva anche confessato che, una volta messa al sicuro la maglia verde di Tom Pidcock, avrebbe provato a migliorare quei piazzamenti e, guardando il risultato maturato sull’infinito rettilineo conclusivo della quinta frazione, Matteo ci è riuscito eccome chiudendo davanti a tutti una volata (la terza che disputava dal rientro dopo l’incidente dello scorso luglio) velocissima e dal sapore particolarmente dolce.
Le emozioni, sia dopo il traguardo abbracciando i compagni che sul podio e nelle successive interviste, non sono mancate ed era inevitabile che sgorgassero fuori in tutta la loro genuinità visto quello che il ventottenne sprinter milanese ha vissuto negli ultimi mesi prima di rimettersi in sella, ritrovare la condizione e tornare oggi, dopo 503 giorni, ad alzare le braccia al termine di una giornata indubbiamente molto stressante.
“Non è stata una giornata facile. Pronti via c’è stata subito tanta tensione, tanto stress a causa del vento. Il gruppo si è spaccato due volte ma noi siamo sempre stati presenti, Tom è sempre stato protetto perché quello di portare a casa la generale era l'obiettivo finale. Poi, una volta arrivati sulla pista e compreso ormai che per la classifica generale era fatta, ci siamo concentrati sulla volata. Avevo un po' paura perché eravamo davvero avanti e temevo di venir anticipato ma alla fine la velocità era troppo alta. La UAE, sì, ci ha provato però io sono riuscito a rimontare abbastanza bene e a vincere” ha dichiarato ai nostri microfoni Matteo prima di entrare nelle pieghe di questo successo
“Sapevo di star bene, però le volate non sono mai facili, non sempre vince il più forte. Dopo tutto quello che è successo negli ultimi mesi, forse in pochi ci credevano, però è bello tornare a vincere una corsa abbastanza importante con degli avversari di tutto rispetto. La gioia dei miei compagni? Fa piacere perché vuol dire che, al di là del corridore, penso di essere una brava persona e i miei compagni sanno tutto quello che è successo, tutto quello che ho passato, quanto ho creduto in questo rientro. Mi emoziona solo a pensarci…è stato bello vederli genuinamente felici per questo risultato. A chi lo dedico? Sarebbero tante le persone da ringraziare. La dedico alle persone che mi sono state vicine in questi mesi e che mi hanno sempre supportato nonostante le cose non fossero così semplici” ha proseguito l’alfiere della Q36.5, formazione che, con le affermazioni di questa settimana, è riuscita a mettersi fin da subito ampiamente in luce.
“Sicuramente è un inizio di stagione non inaspettato perché abbiamo lavorato duro e davvero sodo questo inverno però le corse sono corse, il confronto con l'avversario è sempre un’altra cosa e dunque iniziare così la stagione per la squadra è davvero importante” ha chiosato Moschetti, velocista ma ancor prima persona per la quale oggi ad Alula era impossibile non emozionarsi.
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