
Visione imprenditoriale, passione, stile. Fausto Vighini non amava le luci della ribalta, preferiva lasciarle ai suoi atleti. E di campioni lo storico patron del ciclismo veronese, scomparso domenica all’età di 92 anni, ne ha lanciati tantissimi: dall’olimpionico Eros Poli ai fratelli Rebellin, passando per Nicola Minali, Marco Toffali, Gianluca Zanini, Luciano Boffo, Nicola Vanin e i fratelli Strazzer, tutti passati al professionismo. Una storia di successo che poi è proseguita affiancando come sponsor la formazione juniores del Riboli Team, in cui sono cresciuti talenti purissimi come Edoardo Affini, Luca Mozzato e Filippo Zana.
Originario di Venera, frazione della Bassa veronese che da sempre vive di ciclismo, Fausto Vighini inizia come dirigente della squadra locale. Correva l’anno 1960. Nel 1973 insieme a Roberto “Billy” Ceresoli, decide di fare il grande passo e fonda l’US Venera Opel Vighini, che debutta il giorno di Ferragosto a Pescantina. Nel 1978 la squadra diventa Opel Vighini Venera e nel 1984 assume la denominazione di Opel Vighini - Padana Legno - Mondital, diventando una delle formazioni dilettantistiche più forti d’Italia.
L’eredità di Fausto Vighini è stata poi raccolta dai due figli Andrea e Nicola, oggi alla guida del gruppo di famiglia che a partire dagli anni Novanta ha legato il marchio Autozai a quello del Riboli Team contribuendo a scrivere pagine indimenticabili nella storia della società, l'ultima lo scorso anno con il terzo posto nella classifica a squadre, miglior risultato dal 2017.
“Oltre ad essere stato un esempio per la sua straordinaria lungimiranza in campo imprenditoriale, Fausto ha lasciato un segno indelebile nel mondo del ciclismo veronese e nel cuore di tutti quelli che lo hanno consosciuto” – il ricordo del General Manager Enrico Mantovanelli. “Con la sua passione e il suo stile inconfondibile, ha sostenuto ed incoraggiato generazioni di atleti, trasmettendo valori di impegno, lealtà e determinazione. Gli stessi che ancora oggi cerchiamo di trasmettere ai nostri ragazzi. Più che la vittoria, a Fausto interessava l’immagine della squadra, che doveva essere sempre impeccabile, anche dal punto di vista del comportamento e dell’educazione. Il suo ricordo vivrà per sempre nei nostri cuori.”
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.