
Dopo gli interventi di Gianni Bugno e Vincenzo Nibali, anche Beppe Saronni (insieme a Francesco Moser) sarà protagonista del dibattito alla Camera dei Deputati dal titolo “Ciclismo, Valori e Territori”, con il Presidente Lorenzo Fontana e il Presidente della Lega Ciclismo, Roberto Pella.
Attualmente dirigente alla UAE Emirates, Saronni ricopre anche il ruolo di Vicepresidente di Lega designato dalla FCI. In carriera ha vinto due Giri d’Italia, una Milano-Sanremo, un Giro di Lombardia, una Freccia Vallone e un Campionato del Mondo su strada, per un totale di 193 vittorie. Tra gli italiani, davanti a lui solo il rivale di sempre, Francesco Moser, con 273.
Come dichiarato da Vincenzo Nibali (a proposito dell’incontro alla Camera), si tratta di “un poker di campioni con esperienze, età e visioni differenti”, e sarà quindi interessante ascoltarli nel corso del dibattito.
La carriera di Saronni lo ha portato a maturare esperienza nella gestione degli sponsor e nelle relazioni istituzionali, oltre a essere stato un corridore di altissimo livello.
L’analisi di Saronni sul ciclismo di Lega
“Siamo un’istituzione con attori molto diversi tra loro: corridori, organizzatori, squadre. Non è facile lavorare tutti assieme. Io, ad esempio, rappresento anche la FCI e devo tener conto di quel mondo, cercando di far coincidere esigenze ulteriori e differenti. Ciò che mi fa piacere è vedere come ci sia la volontà di costruire qualcosa di positivo per il nostro settore, che sta attraversando un momento di difficoltà. Come sapete, sono stato atleta e poi manager, portando al ciclismo circa 500 milioni di euro in sponsorizzazioni nel corso degli anni. Andare tutti nella stessa direzione, però, non è mai semplice. Il mondo non è solo bianco e nero, c’è anche il grigio, che è il risultato di una mediazione. Poi, ovviamente, per realizzare i progetti servono le risorse. Dico tutto questo con spirito costruttivo, perché voglio dare il mio contributo in questa direzione.”
Il ciclismo dentro le Istituzioni
Il 27 febbraio a Roma, con l’evento “Ciclismo, Valori e Territori”, che si terrà alla Camera dei Deputati e in cui verrà presentata la Coppa Italia delle Regioni 2025, il mondo del ciclismo entrerà ufficialmente dentro le Istituzioni.
“Questo è vero. Roberto Pella è una figura importante, con grande intraprendenza, e ha sensibilizzato le Istituzioni, che stanno supportando progetti rilevanti. Essere in quell’ambiente è un onore, ma anche un’opportunità per farci ascoltare. Il nostro sport sta scomparendo dai media e dobbiamo pensare anche ad altre iniziative. Personalmente, ritengo di poter essere utile anche su altre tematiche. Mi considero un uomo di campo e penso alla sicurezza, ai progetti per la mobilità, alle problematiche delle gare e al supporto agli organizzatori.”
Cosa serve per far crescere il ciclismo di vertice?
“Non voglio essere di parte, ma una riflessione la posso fare. Il periodo legato alla campagna elettorale FCI è terminato. Il ciclismo ha bisogno di stabilità per portare avanti i programmi di lavoro. Ora tutte le parti possono finalmente sedersi e pianificare insieme le progettualità.”
Saronni fa poi un esempio legato alle situazioni di gara.
“Per quanto mi riguarda, la sicurezza in gara è fondamentale. Non vorrei più vedere situazioni come quella della Tre Valli 2024, sospesa per maltempo. Anche la Lega Ciclismo deve lavorare per trovare soluzioni e protocolli che aiutino a prevenire certe problematiche.
Viviamo un’epoca in cui le condizioni meteo influenzano sempre di più le corse, come abbiamo visto anche al Giro d’Italia con diversi episodi. Prevenire queste situazioni è essenziale (gli strumenti meteo ce lo permettono), perché non possono essere lasciate solo alla decisione dei corridori. Li capisco, non è facile gareggiare in condizioni estreme, ma ci sono anche altri attori che devono prendere decisioni.
Sicuramente il corridore deve essere tutelato, ma servono anche strumenti per agire rapidamente. A Varese, ad esempio, con un protocollo chiaro si sarebbe potuto neutralizzare la gara e ripartire.
La Lega del Ciclismo Professionistico deve lavorare per definire queste soluzioni: un insieme di procedure prestabilite per evitare cortocircuiti e gestire al meglio situazioni di emergenza”.