
In occasione della presentazione della partnership fra Polti e il Giro d'Italia, abbiamo potuto scambiare qualche battuta con Alberto Contador e Ivan Basso, i due campioni che oggi sono alla guida del Team Polti VisitMalta.
E l'esordio di Contador è stato di quelli con il botto: «Adesso che la wildcard e la presenza del nostro team al Giro d'Italia sono ufficiali posso dirlo: se vinciamo una tappa, faccio in bicicicletta il viaggio da Madrid alla sede della Polti, a Bulgarograsso».
Immediata e pungente la risposta di Basso: «Sapete perché Alberto fa questa promessa? Perché a breve Aurum lancerà la bici elettrica e quindi... mantenere la promessa sarà un po' più facile».
Contador parla poi del ciclismo di oggi: «Sono passati pochi anni da quando ho smesso, ma il ciclismo è cambiato tanto, soprattutto per quanto riguarda l'alimentazione e per l'organizzazione di un team, che è sempre più complessa. E poi bisogna sottolineare come il livello medio dei ciclisti sia davvero cresciuto molto».
Il madrileno interviene poi sulle polemiche relative allo strapotere di un manipolo di campioni e sulla possibile necessità di rallentare le corse: «Io penso che se voi date questa bicicletta - dice indicando un modello d'antan che sta alle sue spalle - a Tadej Pogacar e al resto del gruppo, chi vincerà? Naturalmente Tadej Pogacar perché a fare la differenza è sempre l'atleta. Diverso il discorso sulla velocità, problema che recentemente ha sollevato anche Van Aert. Sono d'accordo con lui sul fatto di limitare il rapporto massimo, perché oggi i corridori possono spingere senza difficoltà il 55 x 10 o 11: significa che quando tu entri a 75 all'ora in una rotonda, è più facile che si verifichi una caduta. Riducendo i rapporti lo spettacolo non cambierebbe ma si garantirebbe più sicurezza ai corridori e più spettacolo al pubblico, perché oggi il rischio di vedere qualche grande nome costretto al ritiro nei primi giorni di un grande Giro è alto e può compromettere l'intero sviluppo della corsa, ovviamente anche a discapito degli spettatori».
Ivan Basso è stato invece sollecitato a parlare degli sterrati che si affronteranno nel corso del Giro: «Rispetto al 2010, quando gli sterrati furono affrontati per la prima volta, oggi le squadre sono molto più preparate, i corridori sono più esperti e la preparazione fisica, atletica, meccanica e mentale è diversa. Resta il fatto che quella delle strade bianche senesi sarà una tappa difficile, nella quale si rischia di compromettere tutto in un attimo».
Parlando del Colle delle Finestre, però, Contador sposta il focus: «Più che lo sterrato, lì è la pendenza che fa la differenza. La ricordo come una delle salite più dure che ho affrontato in vita mia, l'ho fatta nel 2012 e nel 2015 quando mi ha attaccato Aru. Lo sterrato mette in difficoltà grandi scalatori come Pantani o come potevo essere io, che spesso ci alziamo sui pedali, ma per gli altri il vero problema sono le pendenze terribili, sono quelle che fanno la differenza».
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