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Nel prossimo settembre l’Africa avrà i suoi primi Mondiali di ciclismo, che si svolgeranno dal 21 al 28 in Ruanda a Kigali. Sono tanti i dubbi su questa prova iridata, sulla quale incombe il pericolo della guerra ai confini tra Ruanda e Congo. Se da una parte l’UCI e il governo ruandese stanno offrendo molte rassicurazioni, dall’altra parte ci sono Paesi che preferirebbero il Mondiale in Europa.
Una valutazione attenta, che comprenderà voli charter e alberghi per ridurre i costi, verrà fatta dopo il Tour del Rwanda, che si correrà dal 23 febbraio al 2 marzo. Il Consiglio direttivo dell'UCI si riunirà e farà il punto della situazione e al tavolo ci saranno anche i responsabili di molte nazionali, che vogliono in particolare garanzie sulla sicurezza. L'intento principale dell'UCI è quello di mantenere l'evento in Africa: al tema della sicurezza verrà data la massima priorità. Uno spostamento del Mondiale in Europa non è ancora all'ordine del giorno, ma è un'ipotesi che non è esclusa e la nuova sede potrebbe essere la Svizzera. Per fare chiarezza, siamo riusciti a raggiungere il ministro dello sport ruandese, Nelly Mukazayire, giovane politica e nota economista, che ha ricoperto molti incarichi importanti nel governo ruandese e che, dallo scorso dicembre, è passata dal ruolo di segretaria permanente nel ministero dello sport a ministro dello sport, dove ha il mandato di attuare le politiche sportive.
Ci sono guerriglieri al confine tra Ruanda e Congo, e in molti si chiedono quanto tutto questo potrà influire sul normale svolgimento del Tour del Ruanda, che partirà tra pochi giorni e sul Mondiale di Kigali il prossimo settembre.
«La sicurezza è la nostra massima priorità. Siamo pienamente consapevoli della situazione nella regione di confine e stiamo lavorando a stretto contatto con tutte le autorità competenti per garantire la sicurezza e la protezione di tutti i partecipanti e spettatori durante i Campionati mondiali di ciclismo. Il Ruanda ha una comprovata esperienza nell'ospitare eventi internazionali di successo e siamo certi che questo campionato non sarà diverso. Abbiamo adottato solide misure di sicurezza e ci impegniamo a fornire un'esperienza sicura e piacevole per tutti i soggetti coinvolti. Siamo certi che la situazione nella regione di confine non influenzerà i campionati».
I Mondiali di Ciclismo, come organizzazione e come impatto mediatico, hanno una rilevanza nettamente superiore rispetto ad una corsa come il Tour de l Ruanda e si è pensato a ripercussioni sulla corsa a causa della presenza di atleti e media internazionali. Il ministro Mukazayire è fermo sulle sue posizioni, garantendo la massima sicurezza. D’altra parte, allo stato attuale, nel territorio ruandese non ci sono stati problemi e le guerriglie si stanno muovendo in Congo, anche se il confine dista appena 13 chilometri.
«Ogni grande evento internazionale comporta un certo grado di rischio, ma noi stiamo gestendo proattivamente la situazione. Abbiamo sviluppato piani completi per affrontare potenziali sfide, tra cui sicurezza, logistica e considerazioni sulla salute. Stiamo lavorando a stretto contatto con le autorità ciclistiche internazionali e altre parti interessate per garantire un evento fluido e di successo. Siamo consapevoli dell'importanza globale di questo evento e siamo preparati a soddisfare gli elevati standard previsti. Siamo certi che i vantaggi di ospitare i Campionati, tra cui la promozione del ciclismo in Africa, la presentazione della bellezza e del progresso del Ruanda e la spinta alla nostra economia, superino di gran lunga qualsiasi potenziale rischio».
Il ciclismo in Ruanda si sta espandendo sempre di più e l’intero continente africano sta facendo molti passi in avanti. Poco distante da Kigali, a Bugesera, è stato costruito il più grande centro ciclistico dell’intera Africa e anche l’UCI ha creato un progetto di sviluppo per i giovani corridori.
«I Campionati mondiali di ciclismo avranno un impatto trasformativo sul futuro del ciclismo in Ruanda. Ispireranno una nuova generazione di ciclisti, aumenteranno l'impatto dello sport all'interno del Paese e forniranno un'esperienza preziosa per i nostri atleti. L'evento lascerà anche un'eredità di infrastrutture migliorate e un maggiore accesso al ciclismo. Prevediamo un aumento significativo della partecipazione al ciclismo a tutti i livelli, dalle basi all'élite. Questo campionato sarà un catalizzatore per la continua crescita e sviluppo del ciclismo in Ruanda e crediamo che contribuirà allo sviluppo generale degli sport nel nostro paese e in Africa nel suo complesso».
Alcune importanti squadre nazionali come Olanda e Danimarca non invieranno le loro squadre giovanili in Ruanda e la Soudal Quick Step ha ritirato la sua squadra dal Tour del Ruanda, con la convinzione che gli standard di sicurezza non siano garantiti. Inoltre, Olanda e Danimarca hanno affermato che i costi per la trasferta in Ruanda sono troppo elevati, con hotel che costeranno non meno di 500 € al giorno. L’UCI nella sua prossima riunione (mercoledì è in programma una videoconferenza con i rappresentanti delle federazioni per discutere di voli, alberghi e vaccinazioni) affronterà questi aspetti e anche il ministro dello sport è certo che insieme sia possibile trovare delle soluzioni vantaggiose per tutti.
«Siamo stati in contatto con varie federazioni nazionali in merito alla partecipazione ai Campionati del Mondo. Sappiamo che le considerazioni sui costi siano un fattore importante per molte squadre. Mentre abbiamo lavorato per fornire una gamma di opzioni di sistemazione, tra cui alternative più convenienti, riconosciamo anche che partecipare a un evento globale comporta dei costi. Ci impegniamo per la trasparenza nei nostri prezzi. Siamo aperti a discutere di eventuali preoccupazioni specifiche che le federazioni potrebbero avere e continueremo a lavorare con tutte le nazioni partecipanti per rendere questo campionato un successo. È importante notare che abbiamo ricevuto un forte interesse da molte altre nazioni e siamo fiduciosi di una forte partecipazione».
Immagine tratta da Instagram