Con il bis concesso allo Skyviews of Harrat Uwayrid, Tom Pidcock non solo ha prenotato in maniera quasi definitiva il successo in classifica generale all’AlUla Tour ma, soprattutto, ha ribadito di essersi calato nei nuovi panni di leader della Q36.5 con totale abnegazione e mentalità vincente.
“Penso che sia super speciale tutto ciò. Sento di dover molto a questa squadra per l'impegno che ha assunto nei miei confronti. E credo che anche loro, viceversa, debbano molto a me per il mio impegno nei loro confronti. E credo che iniziare il nostro viaggio in questo modo sia davvero bello” ha dichiarato il britannico dopo le premiazioni.
“Credo che qui i ragazzi si impegnino al 100 per cento per me, danno tutto e io in cambio do tutto me stesso. Mi piace questa pressione e tutto ciò penso che dimostri che sono in grado di portare risultati in queste circostanze, quando le persone credono in me. Sorpreso di aver già raggiunto questo livello? No. Considerando cosa ho fatto a livello di allenamento e nutrizioni, penso di aver fatto passi in avanti davvero notevoli e credo si stia vedendo” ha proseguito l’ex Ineos prima di raccontare come ha vissuto il finale della quarta frazione da lui vinta.
“Avevo detto ai ragazzi di portarmi in buona posizione nel modo più agevole possibile e per questo abbiamo tenuto un ritmo molto, molto buono. Già ai piedi della salita andavamo fortissimo, ben prima anche di affrontare la parte ripida. Una volta lì, si sa, ognuno fa da sé e io ho deciso di impostare il mio ritmo fino in cima per vedere cosa sarebbe accaduto. Ho visto allora che siamo rimasti subito in quattro e ho pensato che se fossimo arrivati così in vetta, avrei potuto farcela. Naturalmente ieri, quando Dunbar ha perso tempo, è stato un bene per noi perché non ci sarebbero stati due corridori della stessa squadra da controllare. In ogni caso sono riuscito ad avvantaggiarmi. La salita comunque non è stata la salita la parte più difficile ma, piuttosto, gli 8 km successivi. Perché? Mi piace andare fuori sella”.
Pidcock però non ha avuto la certezza di vincere finché non ha visto che, nelle ultime centinaia di metri, aveva un vantaggio sufficiente rispetto ai primi inseguitori e la ragione l’ha spiegata lui stesso
“C’era vento contrario. Non era molto forte ma lo sentivo decisamente e in più non sapevo se stessero lavorando bene dietro perché quattro ragazzi che si danno cambi su un traguardo che, essendo più in basso rispetto alla cima della salita, arriva dopo molta discesa possono fare una velocità elevata insieme” ha commentato lucidamente il campione olimpico di Parigi 2024 nella MTB che, prima di congedare i giornalisti, ha tenuto a ribadire senza tanti giri di parole il peso di Ivan Glasenberg (magnate sudafricano con un patrimonio stimato di 10,6 miliardi di dollari e azionista di maggioranza di Pinarello) nel processo di scelta della Q36.5: “Penso sia il motivo per cui sono entrato in squadra”.
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