Oggi e domani si terrà ad Arras in Francia, in concomitanza con i Campionati del Mondo di ciclocross di Liévin, una riunione del Comitato direttivo dell'Unione ciclistica internazionale. E’ chiaro che durante questo incontro verrà affrontata anche la situazione relativa ai Campionati del Mondo in Ruanda, che potrebbero essere annullati qualora non cessassero le guerriglie al confine con il Congo. Tra i primi ad alzare il velo sulla questione il Belgio che, dopo aver chiesto chiarimenti a Golazo (società specializzata in organizzazione di grandi eventi sportivi), che sarà partner della Federazione Ciclistica Ruandese, adesso chiede all’UCI dettagli sulla sicurezza dell’evento. Nathalie Clauwaert direttore generale del Belgian Cycling, ha chiesto dei delucidazioni direttamente ad Amina Lanaya, la sua omologa all'UCI, solo per avere un quadro più chiaro.
Risposte ancora non sono arrivate ma secondo fonti molto vicine al quotidiano La Derniere Heure, sembra che l’UCI abbia già pronto un piano B per compensare il ritiro forzato dal Ruanda. Tra le candidate ad ospitare l’evento, qualora il Ruanda forzatamente fosse costretto a fare un passo indietro, ci sarebbe la Svizzera con Martigny, nel cuore delle Alpi Vallesane. Ciò consentirebbe alla città elvetica di ospitare quel Mondiale che a causa del Covid non riuscì ad organizzare nel 2020. Nell’anno della pandemia, le severe restrizione della Svizzera vietarono l’organizzazione dell’evento e l’Italia, con Imola, si fece carico dell’evento.
Martigny sarebbe la soluzione perfetta, non solo perché era pronta a ospitare l’evento iridato nel 2020, ma anche per la sua vicinanza a Aigle, sede dell’UCI. Il percorso che era stato proposto in Svizzera, con i suoi 244 chilometri e 4384 metri di dislivello, potrebbe essere una valida alternativa a quello di Kigali che invece, è articolato su una distanza 267,5 chilometri e un dislivello di 5475 metri. Mentre Kigali presenta un muro di 5,9 km con pendenze medie del 7%, Martigny può offrire come difficoltà il Col de la Petite Forclaz, una salita di 4 km con pendenze medie del 10%. Naturalmente parlare di certezze ora è troppo prematuro, ma sicuramente la Svizzera è l’alternativa più sicura.
Intanto in Ruanda dal 23 febbraio al 2 marzo si svolgerà il Tour del Ruanda e ci saranno probabilmente problemi per quanto riguarda la terza e quarta tappa, con arrivo e partenza da Rubavu, che si trova a 30 chilometri da Goma, zona assediata dalla rivolta. Per il momento gli organizzatori non hanno annunciato modifiche al percorso, ma tutto dipenderà da cosa succederà lungo il confine, dove gli scontri si susseguono senza tregua.
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