
Tadej POGACAR. 10 e lode. Aveva tutto da perdere e ha vinto, senza se e senza ma. Prende e va: da seduto. Noi sul divano, lui sulla sua bicicletta (la V5RS, seconda gara, prima vittoria per la nuova creatura di Cambiago). Vuole vincere per scacciare i fantasmi tossici dei piazzamenti ottenuti a Roubaix e Amstel. Vuole vincere per prepararsi a vincere, anche domenica. Doppietta alla Freccia Vallone, sesta vittoria in stagione in tredici disputate, la numero 94 in carriera. Tanti numeri, per un ragazzo che di numeri ne ha da vendere.
Kevin VAUQUELIN. 10. Il 23enne transalpino della Arkea B&B Hotyels precede gli umanoidi, corridori terrestri che animano il nostro pianeta da millenni. Vede passare davanti a sé un asteroide, che traccia la strada e la illumina. Nel cono di luce c’è anche questo ragazzo: bravissimo.
Thomas PIDCOCK. 8. Corsa intelligente, nella quale non spreca un solo grammo di energia. Alla fine il suo terzo posto pesa.
Lenny MARTINEZ. 8. Ha solo 21 anni, ma il ragazzo sa muoversi, sa attendere, sa soffrire fino alla fine. E offre l’ennesima dimostrazione della propria classe.
Ben HEALY. 5,5. Prova ad anticipare, ma in pratica apre la porta a Pogacar, che lo segue da seduto e va. Sarebbe un peso piuma scattante, ma questo muro resta nei denti e nelle gambe.
Santiago BUITRAGO. 6. È bravo a portare a casa qualcosa, e fa qualcosa.
Romain GREGOIRE. 6,5. Ha solo 22 anni e anche questo giovanotto si mette in mostra sul muro di Huy. Non ci appende poster, ma la sua immagine resta.
Thibau NYS. 6. Soffre maledettamente il freddo e alla fine ottiene una top ten di assoluto spessore. Il 22enne della Lidl-Trek ottiene il risultato minimo, ma dà tutto, dà il massimo.
Remco EVENEPOEL. 4. Marca a uomo Tadej Pogacar, non lo perde in nessun momento. Nulla può quando lo sloveno parte da seduto e lui resta lì, a guardare.
Mauro SCHMID. 6. Il 25enne svizzero della Jayco AlUla ottiene un 10° posto più che confortante, che non è chiaramente appagante, ma paga.
Brandon MCNULTY. 9. L’americano fa un lavoro pazzesco nel finale, si conferma un corridore fenomenale.
Jan CHRISTEN. 10. Fa un finale di corsa da applausi.
Davide FORMOLO. 6,5. Ce la mette tutta, si fa vedere, resiste e lotta, ci mette cuore e gambe, ma non basta, anche se per uno che non è scattista come la “roccia” questo 16° posto dice troppo poco rispetto a quello che ha fatto vedere. E domenica, vedrete, lo rivedremo.
Tobias FOSS. 8. Il corridore della Ineos Grenadiers resta nel finale al comando con altri due connazionali: Fredrik Dversnes e Andreas Leknessund entrambi della Uno-X Mobility. Tre norvegesi al comando in un finale davvero nordico. Corsa gelata, loro sono bravi a congelarla fino a 7 chilometri dal traguardo.
Mattias SKJELMOSE. 17. A 40 chilometri dal traguardo, in una curva a destra maledetta, dove erano già caduti altri, perde l’aderenza della ruota anteriore e scivola via picchiando vioentemente il ginocchio destro e il sedere. Brutta botta, che lo mette fuori dai giochi. Un anno fa costretto al ritiro per ipotermia, oggi per una caduta banale, ma che di banale non aveva nulla. Dopo una domenica spaziale, che gli è valsa la corsa della birra, oggi è l’acqua a tirargli ancora un brutto scherzo
Simon GUGLIELMI. 6,5. Il 27enne francese della Arkéa - B&B Hotels prende e va. C’è da scaldarsi e lui sceglie il modo più semplice per farlo, prendere di petto una corsa che presenta nel finale “la pettata” più iconica del ciclismo tutto. Lui va e con lui ecco Artem Shmidt (INEOS Grenadiers), Ceriel Desal (Wagner Bazin WB), Tom Paquot (Intermarché - Wanty) e Siebe Deweirdt (Team Flanders - Baloise). È la fuga più lunga, che condiziona in ogni caso questa Freccia Vallone.