
Ci ha provato, riprovato, riprovato e riprovato ancora, e alla fine Marco Frigo ha portato a compimento la prima fuga della sua carriera, sbloccandosi da professionista al Tour of the Alps 2025. A San Candido, in Alto Adige, il bassanese si è reso protagonista di una splendida azione solitaria di 50 km. Una pazzia? Forse sì, ma stavolta vincente.
«Era un azzardo, lo sapevo, ma per caratteristiche dovevo provarci in quella maniera - ha detto Frigo, felice, ma calmo e riflessivo -. Nei primi giorni ho sofferto un po’ le salite brevi e pendenti, per il lavoro che ho fatto in ritiro preferisco fare le salite di passo e trovare il mio ritmo. Nel finale ero stanco, anzi avevo proprio le gambe in croce, la valle prima dell’ultima salita mi ha appesantito parecchio, sono stati 30 km di cronometro e se non avessi avuto quel vantaggio non sarei arrivato. Riccitello ha avuto carta bianca quando abbiamo capito che la tappa era ormai chiusa. Solo in cima, però, ho avuto la certezza di potercela fare, così ho potuto affrontare la discesa e la pianura con prudenza, senza prendermi rischi. Una dedica? Questa è la mia prima vittoria da professionista, quindi un pensiero va a tutte quelle persone che, lungo il percorso, mi hanno permesso di arrivare qua».
In mix zone il suo DS Oscar Guerrero alla Israel-PremierTech non ha nascosto la sua soddisfazione, esclamando “che motore che ha questo ragazzo!”. La speranza di tutti i tifosi italiani è di poterlo vedere protagonista allo stesso modo anche al prossimo Giro d’Italia.
«Per vari motivi spesso è complicato sfruttare al 100% il proprio motore, oggi ce l’ho fatta - ha detto ancora Frigo -. Non sono uno che vince molto e il 99% delle volte che l’ho fatto sono arrivato da solo, quindi so che devo godermela. Al Giro d’Italia andremo per fare una buona classifica generale con Derek Gee, io sarò al suo servizio e se capiterà una giornata di gloria come oggi tanto meglio. Sono andato vicino al successo di tappa in passato sia al Giro che alla Vuelta, vediamo cosa succede quest’anno».
Quest’anno si ritirerà Alessandro De Marchi che, tra l’altro, ha centrato la sua ultima vittoria proprio al Tour of the Alps lo scorso anno. Per mentalità e modo di intendere il ciclismo, Frigo gli assomiglia molto, e chissà che oggi non ci sia stato una sorta di passaggio di testimone.
«Sono stato suo compagno solo per un anno, ho imparato tanto e ho continuato a farlo anche quando non eravamo più in squadra assieme. È una persona eccezionale e, sinceramente, mi dispiace che si ritiri, era bello averlo in gruppo. È vero, abbiamo caratteristiche e un approccio alle gare simili, metterei subito la firma per fare una carriera come la sua. Vediamo cosa mi riserva il futuro».
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