Mancano tre settimane abbondanti alla 101esima edizione della Coppa San Geo-55° Trofeo Caduti Soprazocco-Memorial Attilio Necchini-Giancarlo Otelli e naturalmente la macchina organizzatrice è da tempo in movimento. Gli ingranaggi sono stati oliati alla perfezione ed ora è tempo di dare gli ultimi ritocchi alla prima fase ufficiale: la presentazione fissata per venerdì 14 febbraio al Ristorante Albergo Sullivan a Ponte San marco (Brescia).
Quella di quest’anno ha una valenza molto particolare perché nel corso della serata oltre a presentare percorso, partecipanti, premi e quant’altro, sarà riservato uno spazio importante per ricordare alcune persone scomparse negli ultimi anni, le quali in vita hanno dato molto al movimento ciclistico bresciano, in particolare alla manifestazione che apre la stagiona agonistica dei dilettanti.
Gianni Pozzani, Luigi Borno e Rudy Zucca hanno infatti deciso di fare realizzare tre targhe da consegnare ai famigliari di Attilio Necchini, Giancarlo Otelli e Gino Zaia. “Tio” Necchini è stato al volante dell’auto del direttore di corsa per alcuni decenni. Otelli è stato pure tra i direttori di corsa. Gino Zaia ha raccontato con la sua grande professionalità numerose edizioni della corsa. Ex corridore al Pedale Bresciano con Renato Bongioni campione del mondo a Salò 1962, non si è limitato a fare lo speaker, bensì a raccontare il ciclismo con entusiasmo e amore.
“Nel corso della presentazione ufficiale della corsa – dice Gianni Pozzani -, ricorderemo alcuni amici che sono stati al nostro fianco. Necchini, Otelli e Zaia non sono stati soltanto dei collaboratori, bensì punti di riferimento costante della nostra manifestazione. Hanno avuto un peso determinante e intendiamo ricordarli con una targa esclusiva realizzata da Ronchi Coppe e Trofei. Necchini e Zaia sono stati pure consiglieri del nostro club, pertanto è doveroso davvero onorarli e ricordarli”.
Luigi Borno e Rudy Zucca anch’essi sono d’accordo con Gianni Pozzani. “Se questa corsa ogni anno raccoglie sempre più unanimi consensi – affermano all’unisono -, il merito è di tutta la squadra, nella quale figurano persone che non si vedono ma che svolgono un lavoro impegnativo ed importantissimo. Le persone che intendiamo ricordare sono proprio fra coloro che hanno sempre riposto presente ogni volta che li abbiamo contattati. Riteniamo sia la maniera giusta per il primo atto ufficiale della corsa che festeggia il primo anno del secondo secolo”.
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