I ritiri di corridori dal Giro d'Italia per Covid, ai quali vanno aggiunti le sostituzioni della vigilia in alcune squadre, stanno facendo molto clamore e forse può essere utile ricapitolare cosa sta succedendo.
Innanzi tutto: non è vero che non esiste più un regolamento Uci. Il fatto che l'organizzazione mondiale della Sanità abbia declassato il Covid-19 da pandemia a epidemia non ha cancellato le norme adottate dall'Unione Ciclista Internazionale ed entrate in vigore il 20 gennaio 2023.
Norme che allentano quelle precedenti (ricordiamo che a fine giugno 2022, vigilia del Tour de France, c'era stato un insprimento delle norme stesse che erano state precedentemente allentate) ma che restano in vigore e pongono paletti tanto alle squadre quanto agli organizzatori.
E in questo protocollo i controlli sono ancora previsti, anzi sono obbligatori. E non può essere taciuta la positività di alcuno. È possibile consultare il protocollo tanto sul sito dell'Uci (in francese o in inglese) quanto su quello della Federciclismo (in italiano).
Cosa dice il protocollo riguardo alle responsabilità delle squadre? Ecco un estratto
Contromisure da adottare prima delle gare
Prima delle gare deve essere effettuato, sotto la responsabilità dei medici della squadra, il monitoraggio clinico di tutti i membri della squadra stessa (atleti e membri dello staff). Al fine di diagnosticare i casi di COVID-19 il prima possibile, i medici di squadra possono utilizzare test antigenici e possono fare affidamento sugli organizzatori per avere possibilità di accesso ad un laboratorio competente.
Contromisure da adottare durante le gare
- Monitoraggio della salute dei gruppi squadra
Durante le gare a tappe, il controllo medico finalizzato alla ricerca di sintomi clinici indicativi di COVID-19 è imperativo ed è sotto la responsabilità dei medici di squadra. ▪ Caso specifico dei Grand Tours. Queste lunghe corse a tappe (3 settimane di gara) sono soggette a disposizioni speciali:
- Il follow-up clinico deve essere rigoroso all'interno di ogni squadra (ciclisti, staff, membri ospiti, ecc.)
- In base alla situazione pandemica all'approssimarsi dell'evento, un test antigenico per COVID-19 è obbligatorio nei giorni di sosta per tutti i membri delle squadre (atleti e staff).
- Indossare la maschera facciale
Le maschere facciali sono uno strumento prezioso per ridurre la trasmissione in comunità se utilizzate insieme altre misure di prevenzione come il distanziamento fisico, il lavaggio delle mani e la ventilazione degli ambienti.
Per gli atleti ed i membri delle squadre può essere necessario indossare le maschere facciali in aree chiuse e poco ventilate, a seconda della situazione pandemica.
Tutto questo complesso di norme viene considerato "obbligatorio" in caso di rischio elevato di contagio (i criteri di valutazione sono riferiti al numero di casi COVID-19 confermati per 100.000 persone negli ultimi sette giorni a livello regionale o nazionale e al numero riproduttivo effettivo (Re), che è un ottimo parametro pervalutare l’entità della trasmissione del virus da uomo a uomo) mentre è considerato "raccomandato" in caso di rischio basso o medio (viene consigliato questo sito per la consultazione dei dati) in particolare per quanto riguarda i controlli sanitari pre-evento, gli esami clinici regolari e il monitoraggio medico del personale. Gli stessi organizzatori hanno l'obbligo di caricare su una apposita piattaforma tutti i dati disponibili circa la circolazione del virus nel Paese 14 giorni prima dell'evento, in maniera da garantire la massima informazione ai responsabili delle squadre.
È evidente, per diversi motivi, che le società e i responsabili sanitari dei team si attengano alla massima severità nei controlli su corridori e personale, così come è altrettanto logico che nessuna squadra mandi a casa un corridore a cuor leggero.
In caso di positività, invece, l'obbligatorietà della denuncia è indiscussa:
In caso di COVID-19 all'interno di una squadra (atleti o membri dello staff), confermato da un test COVID-19, la decisione di isolare il soggetto e ritirarlo dalla gara sarà presa in modo collegiale dal medico della squadra interessata, dal medico di gara e dal direttore medico dell'UCI, sulla base degli elementi clinici disponibili e dei risultati del test COVID. Le conclusioni della perizia medica saranno trasmesse all'UCI, al presidente del collegio dei commissari e agli organizzatori.