E’ demandata a una spettacolare cronometro a squadre l’apertura di questa nuova corsa a tappe, in cinque frazioni, che vuole immette nuova, fresca, linfa nel panorama ciclistico nazionale – e non solo – che per la sua prima edizione ha il teatro di svolgimento delle cinque tappe in cui si articola l’Adriatica Ionica Race, le regioni del Veneto e Friuli-Venezia Giulia. E’ un’iniziativa coraggiosa che dopo la prima esperienza punta ad allargare gli orizzonti nazionali per coinvolgere, nel futuro, varie nazioni – con un aumentato numero di giorni di competizione - che si affacciano sui due mari dove, nel passato, per secoli, la Repubblica Veneta, la Serenissima, era il polo di riferimento.
L’ASD Sport Union, società organizzatrice presieduta da Moreno Argentin – un nome e cognome con relativo palmarès – che non necessitano certo di spiegazioni e illustrazioni ulteriori – e i suoi collaboratori hanno l’intento di proporre motivi sportivi e tecnici, abbinati al costume e pure alla storia, che si richiamino ai valori propri del ciclismo di sempre e con occhio di riguardo alla valorizzazione del territorio, aspetto tenuto in specifica, primaria, considerazione.
E’ in questa linea che è proposta la tappa inaugurale, un esercizio d’alta velocità e specifica resa spettacolare, che presuppone affiatamento e coesione fra gli interpreti di ogni per valorizzare e ottimizzare le peculiari caratteristiche degli specialisti del lungo rapporto, in equilibrio armonico con le propensioni e le capacità in tema di ogni singolo componente della squadra.
E’ la “Ciclabile del Piave”, realizzazione che si sviluppa lungo l’argine del fiume “sacro alla patria”, nella sua parte terminale, in collaborazione con il Consorzio del Bacino Imbrifero Montano (BIM) del Basso Piave, il teatro naturale, nella parte terminale, della prova d’apertura adatta soprattutto alle grosse cilindrate che devono comunque contemperare e armonizzare lo sforzo con i compagni d’altre caratteristiche. La ciclabile, opera di valore naturalistico, paesaggistico e sportivo, accompagna lo scorrere del fiume dalle sorgenti nel bellunese e attraversa il cuore del Veneto fino al mar Adriatico, nei pressi di Jesolo.
Il “via” è a Musile di Piave, importante comune nella città metropolitana di Venezia, sulla destra del Piave, a una ventina di chilometri dalla foce del fiume, al confine con il paesaggio caratteristico e coinvolgente della laguna veneta. Varia parte del suo territorio è stata ricavata dalle bonifiche, con opere idrauliche, a cavallo fra il 1800 e 1900. Il suo nome d’origine, Musile, pare sia tratto da un termine dialettale antico che significa sia mercato, sia luogo chiuso, recintato. E’ diventata Musile di Piave dopo il primo conflitto mondiale che qui ha vissuto le fasi della resistenza delle truppe italiane all’avanzare di quelle austro-tedesche.
Ha un’economia diversificata in varie attività ed è zona ricca di tradizioni con caratteristici edifici – religiosi e civili -. Per la pratica sportiva è di rilievo quella del rugby, in abbinata alla vicina San Donà di Piave.
Non è il caso di parlare di altimetria in queste terre piatte e, infatti, la cronosquadre è una linea uniforme per tutti i km. 23,300 che uniscono Musile di Piave al Lido di Jesolo dove, in piazza Milano, è posto l’arrivo. Quota m. 5 alla partenza, m. 2 all’arrivo, tanto per dare l’idea dell’assoluta piattezza del percorso che, dopo Musile di Piave, incontra Passarella, frazione del comune di San Donà di Piave. E’ il luogo di nascita e di residenza di Moreno Argentin.
E’ un importante e popoloso comune, con molte frazioni e località, capoluogo storico del Basso Piave, deve il suo nome alla devozione a San Donato d’Arezzo già dal VII secolo, solcato da numerosi corsi d’acqua di varia origine per regolare periodiche inondazioni. E’ un centro che è stato baluardo difensivo dopo la rotta di Caporetto del 1917. Importante è il Duomo di S. Maria delle Grazie e altre costruzioni religiose, edifici pubblici e ville di rilievo come l’ottocentesca Villa De Faveri. E’ di rilevante interesse il Parco della Scultura in Architettura con opere di valore internazionale e, in visione territoriale-ambientale, il Parco fluviale con il caratteristico Ponte della Vittoria sul Piave e, nel centro cittadino, il Museo della Bonifica. L’economia è articolata in vari settori con proposte gastronomiche tipiche del territorio.
In capo sportivo si possono ricordare Gianfranco Bedin, tenace centrocampista nella grande Inter di Helenio Herrera, il difensore Manuel Pasqual, ora all’Empoli e, per il ciclismo, Simone Cadamuro e Nicola Boem oltre a Pavel Sivakov, qui nato, vincitore del Giro d’Italia under 23 del 2017, ora professionista, figlio di un corridore che ha militato nella Roslotto, formazione con matrice russa diretta da Argentin.
Nel 2003 la tappa del Giro d’Italia Faenza-San Donà fu vinta, sotto un diluvio, dall’australiano Mc Ewen davanti a Petacchi con Cipollini che, all’indomani, si ritirò nella tappa che prevedeva l’arrivo per la prima volta del Giro allo Zoncolan, seppure dal versante assai più agevole di Sutrio. E’ comunque sempre in auge il ciclismo di tutte le categorie in queste zone.
La corsa percorre poi il comune di Eraclea, così chiamato dal 1950 (prima era Grisolera), attualizzando il nome dell’originario insediamento romano-bizantino i cui resti sono ancora visibili. Ha molte frazioni e quella di Eracleamare, fra le foci del Piave e del Livenza, presenta ampie strutture balneari disposte su un lungo litorale.
La suggestiva Laguna del Mort introduce il comune di Jesolo, passando per la sua frazione di Cortellazzo, luogo d’aspre battaglie nella Grande Guerra e ora, grazie alla prevalente attività della pesca, sede di tradizionali ristoranti. L’itinerario prevede il passaggio nell’esteso comune per Viale Oriente-Viale Torcello e raggiungere Lido di Jesolo dove, in Piazza Milano, è posto il traguardo.
La sabbiosa costiera del centro balneare si prolunga per circa km. 12 con ampiezza variabile fra i 30 e 100 metri. Il centro si è sviluppato soprattutto attorno al 1930 nel piano della “Grande Bonifica” che oltre al recupero di territori per coltivazioni, ha visto la costruzione degli stabilimenti balneari cui è seguito un intenso sviluppo edilizio per rispondere alla sempre crescente domanda turistica – a livello e con dimensioni internazionali - che è sempre, con i settori collegati, il volano dell’economia locale. Fra i vari eventi è da ricordare il Festival internazionale sculture di sabbia, iniziato nel 1997, il primo nel genere.
Il toscano Rino Benedetti nel 1955, il padovano Dino Zandegù nel 1970, il laziale Paolo Cimini nel 1987, il bresciano Paolo Rosola nel 1988, il trevigiano Sacha Modolo sono i vincitori, ovviamente in volata, delle tappe del Giro d’Italia terminate a Jesolo. Mentre sono vari i nativi di Jesolo con buone carriere nel calcio, nel basket e nel rugby.
Per seguire la cronaca diretta a partire dalle 13.30 e vedere poi le immagini alle 17 CLICCA QUI
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.