Dalla delusione per come sono andate le Olimpiadi alla gioia per il primo successo World Tour della carriera. È stato un periodo indubbiamente altalenante per Ethan Vernon che oggi, sul traguardo di Bama, ha definitivamente accantonato l’amarezza di Parigi con una vittoria molto sentita che non potrà che dargli nuova fiducia per la stagione che verrà.
“Sono davvero felice. Dopo i Giochi ho faticato un po’ a ritrovare il giusto colpo di pedale: in allenamento infatti sentivo di star sempre meglio, ma finora non ero riuscito a dimostrarlo con i risultati” racconta dopo il traguardo il corridore della Israel-Premier Tech.
“Sono dunque molto contento, dopo averlo già sfiorato gli scorsi giorni, di poter concludere la stagione con un successo. Ovviamente ci sono ancora un altro paio di chance per me e c’è la possibilità di fare bene in classifica con Blackmore ma essere già riuscito a impormi qua rappresenta una motivazione sufficiente per affrontare bene l'inverno e tutto il 2025” prosegue Vernon, bravo a capitalizzare uno sprint gestito in maniera differente dalla sua squadra.
“Abbiamo cambiato un po' la tattica rispetto ai giorni precedenti lanciando Riley e dando invece carta bianca a me: direi che ha funzionato molto bene. Alla fine è come se avessimo fatto un lungo leadout. Sul rettilineo finale avevamo vento contrario, forse Riley è uscito un po' troppo presto dalla ruota di Stewart e questo ha finito per avvantaggiare me che ero dietro di lui. Ciò che abbiamo fatto non era forse esattamente quello che avevamo pianificato ma in una squadra quando vince qualcuno, vincono tutti quindi siamo tutti molto contenti”.
L’affermazione di oggi, la prima dopo 243 giorni d’astinenza per il nativo di Bedford, ripaga gli sforzi e le scelte fatte dal suo team al termine di una giornata dove un ruolo chiave lo ha avuto la grande caduta di inizio tappa.
“La caduta ha cambiato leggermente la dinamica di corsa. Prima che avvenisse era stata una vera e propria battaglia entrare in fuga quindi, quando la gara è stata neutralizzata e il tentativo annullato, non c’è stato più lo stesso impeto per provarci da lontano. Avere solo due uomini in avanscoperta credo abbia cambiato un po' la gestione della tappa. Tutti si sono risparmiati per la salita finale che si è rivelata piuttosto dura ma decisamente passabile. Lì abbiamo recuperato molto del distacco sulla coppia al comando con un passo che ha finito per rendere lo sprint un po' più difficile per tutti, il che è stato comunque un bene per me” racconta Vernon, apparso decisamente sollevato per un trionfo che sa tanto di riscatto.
“Il mio piano originale era quello di andare ai Mondiali su pista ma le Olimpiadi non sono andate come speravamo tant’è che dopo Parigi ero piuttosto giù. Ovviamente, raggiungere una medaglia olimpica è il sogno di tutti, quindi non posso lamentarmi più di tanto, ma avevamo puntato tutto su di essa e ci eravamo preparati per mesi….Ho pensato di aver bisogno per un po’ di tempo di staccare da essa e così mi sono concentrato sulla strada spingendo io con la squadra per venire qui perché credevo davvero di poter vincere una tappa. In questo modo ho finito da solo per mettermi della pressione addosso per cui non posso che essere davvero felice per esser riuscito a impormi oggi”.
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