Nella terribile caduta avvenuta durante la quarta tappa dei Paesi Baschi, alcuni corridori sono rimasti seriamente feriti e tra quest anche Jonas Vingegaard, che con Jay Vine è apparso il più grave, e Remco Evenepoel. A parlare della caduta è arrivato subito Patrick Lefevere, il numero uno della Soudal - Quick Step, che preoccupato per le sorti di Evenepoel, pensa già ad una sua probabile assenza alla Liegi-Bastogne-Liegi, ma si considera ottimista per il prossimo Tour de France.
«Dalle immagini che ho visto, uno dei nostri era in testa e Remco si trovava in seconda posizione – Ha detto Lefevere - È stato qualcuno dietro di lui a cadere e a farlo sbilanciare un po'. Da quel momento in poi sembra che abbia perso il controllo della bici, ma non è stato l'unico. Certamente non è perché hanno corso troppi rischi. Non conosco le condizioni della strada, ma mi è sembrata piuttosto scivolosa e poteva andare molto peggio per Remco, perché c'erano rocce e alberi ovunque. Non so esattamente in cosa sia finito, non so cosa ci sia sotto quell'erba. Ma sembrerebbe una cosa seria».
Le immagini, contestate anche dal CPA in cui venivano mostrati i corridori a terra, hanno lasciato pochi dubbi sulla gravità dell’incidente e alcune considerazioni adesso vengono fatte sulla sicurezza del percorso. C’era una curva in discesa segnalata come pericolosa, ma subito dopo, sempre sul tratto in discesa, si vedevano cartelli stradali, cunette, alberi e sassi, sui quali i corridori sono finiti durante la caduta. Per il momento bisogna attendere le comunicazioni da parte dei vari team che hanno corridori in ospedale e la preoccupazione maggiore è per Jonas Vingegaard, che da una prima ricostruzione sembrerebbe aver colpito la schiena sui massi. Apprensione anche per Remco Evenepoel, che si teneva un braccio mentre camminava verso l’ammiraglia.
«Tenersi la spalla non è mai un buon segno per un ciclista – ha continuato Lefevere - È anche il periodo peggiore, questo, per farsi male. Bisognerà aspettare prima il referto medico e poi si capirà. E adesso? Niente pause, alla Liegi mancano ancora quattordici giorni. Possono succedere molte cose in questo periodo. Ma se hai a che fare con una frattura, allora la cosa finisce qui. Il Tour? Non penso che questa caduta potrà metterlo in discussione. Potrebbe essere una battuta d'arresto, dopo tutto lo sforzo. Ma come corridore devi sempre alzarti e andare avanti. Adesso siamo nell’angolo dove si prendono i colpi, ma per noi è difficile mettere da parte le biciclette».