La forza di questa gente fenomenale è rendere normalissime e scontate le faccende straordinarie. Proviamo a fare mente locale: in teoria, solitamente, di norma, pensare a un favorito tenuto d'occhio dall'intero gruppo che quando più gli garba prende e se ne va, senza più farsi rivedere se non sul podio, ecco, in epoche normali una trama del genere sembra sempre proibitiva. Fantascientifica. Siamo invece precipitati in tempi particolari, tempi nei quali l'inverosimile e l'incredibile diventano monotonia. Questi del circolo fenomenale ci hanno ormai abituati a un'altra abitudine: quando si presentano al via, sai già come andrà la gara. Potrebbe scriverla in anticipo anche un bimbo dal candore assoluto.
Il Giro della Fiandre, anche questa corsa di mito e di leggenda, in linea con le nuove narrazioni: il più forte del giorno prima è puntualmente il più forte in gara e il più forte sul podio. Stavolta è Van Der Poel, ufficialmente e meritatamente signore delle gare in linea, a prendersi in carico il copione e a recitarlo nel modo più prevedibile, senza sbavature, senza imprevisti, senza suspense. Aggiungiamoci che in questo caso non ha tra i piedi i suoi pari grado, i Van Aert e i Pogacar e gli Evenepoel (Vingegaard non lo considero fino a quando nelle classiche farà il disertore), per cui il compito diventa ancora più facile e scontato. Questa la nuova verità: se non se la vedono tra di loro, tra loro tre o quattro, la gara non c'è più. E' una pura formalità. E' la più prevedibile delle faccende.
Chiamiamola così: la monotonia dei fuoriclasse. Può piacere o non piacere, ma è il nuovo genere. Ovunque si presentino questi signori, è garantito il loro massimo impegno e nove su dieci è garantita la loro vittoria. Certo la travolgente tendenza degli ultimi tempi ripropone con prepotenza l'antico dilemma, il dilemma di sempre: meglio lo sport dominato da un supereroe o meglio lo sport spartito tra i tanti di un equilibrio generale, magari anche fondato sulla mediocrità?
Io mi sono sempre schierato, senza il minimo dubbio: scelgo i prodigi monotoni e scontati del fenomeno, capace di sbalordire con il suo assolo fuori dal comune, fuori dalla nostra portata di comuni mortali. Di fronte all'eccezionale, mi godo l'eccezione. Se questa è noia, viva la noia. Annoia molto di più la piccola lotta tra pigmei.