Tanti auguri a Gianni Bugno che oggi, 14 febbraio 2024, spegne 60 candeline sulla torta. Il campione galantuomo è nato a Brugg, nel Cantone di Argovia, ed è cresciuto a Monza con mamma Giustina, papà Giacomo e la sorella Roberta. E’ nato in Svizzera un orgoglio per l’Italia, autentico ragazzo prodigio del ciclismo. Da esordiente, allievo, junior e dilettante spesso stravinceva ma lo faceva sempre col massimo rispetto per gli avversari. Gianni Bugno si è subito distinto come campione di naturalezza su pista e strada.
Da allievo vinse il Campionato italiano nell’inseguimento individuale e quello col quartetto lombardo della prova a squadre. Nella categoria juniores è stato due volte Campione d’Italia dell’inseguimento a squadre e una nella corsa a punti. Da dilettante di seconda serie, nel 1983, diede dimostrazione di enorme forza trionfando nel Campionato italiano su strada a Varese a coronamento di una fuga solitaria di quasi 100 chilometri. Bugno ha sempre onorato la maglia della Nazionale, col successo in una tappa al Giro delle Regioni 1985, nell’ultimo scampolo di carriera dilettantistica. Quell’anno s’impose in 8 classiche dilettantistiche, compreso il Gran Premio della Liberazione a Roma.
Promosso a pieni voti tra i professionisti nel settembre ’85, è rimasto nella massima categoria fino al termine della stagione 1998. Di corse da professionista ne ha vinte 75, ma i numeri nel suo caso sono bugiardi. L’entusiasmo che ha saputo creare vale molto di più del numero di successi, e in tante occasioni pur essendo il più forte della squadra si è altresì distinto per altruismo.
La storia di Gianni è un libro aperto e ogni capitolo entusiasma gli appassionati. E’ bellissimo rievocare la sua vittoria nella Milano – Sanremo 1990 ottenuta alla media record. Quell’anno Gianni ha trionfato al Giro d’Italia in tre tappe più classifica finale. Al Giro 1990 Gianni ha indossato la maglia rosa al primo giorno, vincendo la cronometro di Bari, si è imposto nella tappa appenninica di Vallombrosa, ha vinto la crono con epilogo al Sacromonte di Varese. E’ l’ultimo corridore capace di indossare la maglia rosa dal primo all’ultimo giorno al Giro d’Italia .E ha pure aggiunto il successo nella classifica a punti. Magico 1990, con Gianni vincitore anche della Wincanton Classic e nella classifica finale della Coppa del Mondo, confermandosi uomo da record. Infatti è l’unico nella storia capace di vincere, nel medesimo anno, la classifica di Coppa del Mondo e un grande Giro a tappe.
Gli appassionati di ciclismo devono dire grazie al campione dagli occhi di ghiaccio in riferimento al 1990. Qualunque prodotto era griffato “Italia ‘90”, grazie ad una formidabile campagna mediatica e pubblicitaria lanciata da Luca Cordero di Montezemolo per i Mondiali di calcio nel Bel Paese. Il calcio coi Mondiali spazzò via tutto quell’anno, ma non il ciclismo, costantemente in prima pagina grazie alle vittorie del Monzese di Formula 1. Gianni si aggiudicò due tappe al Tour de France, compresa quella sulla mitica salita dell’Alpe d’Huez. La Germania aveva appena superato l’Argentina nella finale del Mondiale di calcio all’Olimpico di Roma, l’Italia era terza in classifica. Però gli sportivi parlavano anche di ciclismo, soprattutto della classe di Gianni Bugno. Replay: se il Dio Pallone non ha fagocitato tutto è merito di Gianni . Nel ’91 oltre alla Fiesta Basca per la sua vittoria al Gran Premio di San Sebastian c’è stata quella per la conquista della sua prima maglia iridata a Stoccarda. Con lo spavento finale, poiché Gianni ha alzato anzitempo le braccia e Rooks quasi gli soffiava la vittoria al photofinish. Quell’anno Gianni rivinse all’Alpe d’Huez, giunse secondo alla Grande Boucle e conquistò la prima delle sue due maglie da Campione d’Italia.
Senza pathos tuttavia ugualmente splendida la sua volata vincete al Campionato del Mondo 1992 a Benidorm davanti a Jalabert e all’aristocrazia che nuovamente si è piegata di fronte alla classe del grande monzese. Numericamente il suo finale di carriera non è stato brillante come negli anni dell’esordio tra i professionisti. Ci sono state comunque altre splendide vittorie- tra queste il Giro delle Fiandre 1994 - e soprattutto la grande perenne considerazione degli avversari. Il ct Alfredo Martini ha sempre voluto Gianni nella sua Nazionale. Gianni è l’unico corridore che in gruppo non ha mai avuto avversari, bensì colleghi amici. Lo si è visto anche nel febbraio 1999 al Forum di Assago quando la Rcs organizzatrice della Sei Giorni gli regalò tanto spazio in una serata per la festa d’addio. Quella sera al Forum gli spettatori furono il doppio rispetto alle serate ordinarie. Tutti sull’attenti ad applaudire. Anche noi lo facciamo adesso e sempre. Grazie Gianni, buon sessantesimo compleanno.
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