Augurissimi di buon compleanno a Gibi Baronchelli, campione gentiluomo. Oggi Gianbattista Baronchelli raggiunge quota settanta. E’ infatti nato il 6 settembre 1953 a Ceresara, nella pianura mantovana. La sua famiglia si è velocemente trasferita ad Arzago d’Adda, nella pianura bergamasca, insediandosi nella “Cascina Parrocchiale”. Baronchelli nella storia del ciclismo va collocato tra i campioni grazie alle prestazioni in salita, sul passo e in determinate circostanze anche in volata. E’ l’ “archetipo” di passista scalatore.
Gibi Baronchelli è fratello di Gaetano, classe 1952, altro bravo corridore. Quel ceppo contadino che sa di fatica e sudore negli Anni 70 ha spesso dominato le scene del ciclismo. Il giovane Gianbattista Baronchelli ne era la tipica espressione e ha debuttato come corridore nella società Pandino Castello. Alcuni esperti l’hanno segnalato allo staff del Velo Club Cinisello Balsamo, società che allora andava per la maggiore nelle categorie giovanili. Nella società di Cinisello i fratelli “Tista” e “Tano” Baronchelli diventano i pupilli di Luciano Menecola e altri capaci dirigenti che li valorizzano. Fin da adolescenti i fratelli Baronchelli pedalano sulle bici di Ernesto Colnago e il costruttore di Cambiago diventa loro principale interlocutore e maestro.
A suon di vittorie Gibi convince lo staff del Velo Club Cinisello Balsamo ad allestire una squadra di dilettanti di seconda serie. E’ il 1972 , e Gibi vince classiche battendo i dilettanti di prima serie. Per supportare Gibi e Tano, altro vincente, ci vuole una struttura più forte. E così Luciano Menecola , Vergani e gli altri dirigenti di Cinisello siglano un accordo con la Iclas, azienda produttrice di trafilati compresa nel Gruppo Itla (brand già presente nel ciclismo). Per il team Iclas è un grandissimo colpo: nel 1973, esattamente 50 anni fa, Gibi vince corse giovanili favolose.
“La giovane potenza di Gibi Baronchelli trionfa al Giro d’Italia”, scrive Dante Brambilla sulle colonne di Ciclismo d’Italia, all’epoca settimanale di riferimento. Tista è il primo e unico nella storia a vincere nel medesimo anno Giro d’Italia “baby” e Tour de l’Avenir. Baronchelli all’ “Avenir” (Giro di Francia dilettanti) 1973 cade e nel suo ginocchio entrano pure dei sassi. Malgrado ciò il bergamasco si aggiudica il più importante cimento giovanile a tappe del mondo. Nel post Tour de l’ Avenir è però costretto a curare il ginocchio, saltando il Campionato del Mondo al Montjuic. E’ un vero peccato, il cimento iridato si svolge su un percorso adatto a lui. Ci pensa l’altro bergamasco Felice Gimondi a regalare all’Italia la maglia iridata tra i professionisti.
Ormai i fratelli Gianbattista e Gaetano Baronchelli pensano solo al passaggio al professionismo. Avviene nel gennaio 1974 alla Scic: il grande maestro Ernesto Colnago ha voluto così. Il costruttore crede ciecamente in Gibi nel ruolo di testimonial delle sue bici. Alla vigilia del Giro d‘Italia 1974 il minore dei fratelli Baronchelli è una giovane speranza. Il favorito è il Cannibale Eddy Merckx che di successi in classifica generale alla corsa rosa ne vanta già 4. Baronchelli migliora tappa dopo tappa e il 6 giugno sfiora l’impresa clamorosa. Nella Pordenone-Tre Cime di Lavaredo, 163 chilometri, solo lo spagnolo Josè Manuel Fuente precede Gibi sul ripido arrivo. Nell’incredibile finale alle Tre Cime il giovane Baronchelli riesce a staccare la maglia rosa Eddy Merckx e Felice Gimondi. Ad un certo punto Baronchelli è anche maglia rosa virtuale, tuttavia la reazione orgogliosa di Merckx e anche l’andatura di Tino Conti in un tratto di falsopiano fanno calare il vantaggio di Gibi. Al traguardo Tista Baronchelli arriva 1’18” dopo Fuente, terzo è Conti a 1’41”, poi tutti gli altri. Per solo 12” Baronchelli non indossa la maglia rosa che rimane a Merckx. Il belga mantiene il primato vincendo il giorno successivo la Misurina – Bassano del Grappa, e la successiva Bassano-del Grappa – Milano (al Vigorelli primo Marino Basso) è una passerella festosa. Baronchelli è la nuova stella del ciclismo italiano. In classifica primo Merckx, secondo Baronchelli a 12”, terzo Gimondi a 33”, un podio fantastico.
L’inizio della carriera professionistica di Baronchelli è da fuochi d’artificio. Baronchelli nella carriera professionistica vince 93 gare (compresi i circuiti) e arriva secondo anche al Giro d’Italia del ’78, a 59” da De Muynck. Eppure quando si parla di Gibi si pensa a quei 12” delle Tre Cime di Lavaredo. Già dal 1975 Baronchelli sempre in maglia Scic diventa uno dei corridori più vincenti a livello internazionale. La vera sconfitta è relativa al Giro d’Italia 1978 in cui si classifica secondo a 59” dalla maglia rosa Johan De Muynck. In quel Giro ben supportato dalla Scic che schiera anche il giovane Beppe Saronni, Baronchelli alla terza tappa La Spezia – Cascina sul Monte Serra si fa sfuggire De Muynck. Un errore di valutazione che costa caro a Gibi e pure a Moser, terzo nella generale, e tanti altri vip.
Quella tra Baronchelli e Moser – insieme hanno vinto il Trofeo Baracchi cronocoppie 1975 – diventa una sfida infinita e la rivalità assume toni calcistici. Al Giro d’Italia del 1977 nella tappa Cortina – Pinzolo il corridore di Arzago d’Adda fugge con la maglia rosa Michel Pollentier. I tifosi di Moser accusano Baronchelli di tradimento e sui tornanti del Campo Carlomagno succede di tutto, con tanto di sassi e oggetti tirati addosso a corridori e mezzi della Scic. Baronchelli vince la tappa di Pinzolo in un clima intimidatorio. Accade anche al Giro dell’anno successivo nella Treviso- Canazei: sui Passi di Rolle, Valles e San Pellegrino il Tista fugge sotto la pioggia con la maglia rosa De Muynck e Alfio Vandi. I moseriani accusano ancora Gibi di tradimento e tra le montagne si scatena la guerra del tifo. I bergamaschi sono dalla parte di Baronchelli, che a Canazei ottiene un successo di tappa bellissimo. Baronchelli vincerà tappe al Giro anche nel 1980 (tappa Palinuro- Campotenese in maglia Bianchi-Piaggio), 1981 ( Roma – Cascia, con scalata al Terminillo), e nel 1986 il successo nella Villa San Giovanni – Nicotera, in Calabria gli consente altresì di indossare per due giorni la maglia rosa.
Tista è anche un finisseur e infatti nel Giro di Lombardia, la classica dall’altimetria più impegnativa, trionfa 2 volte. Nel ’77 sotto la pioggia vince la classica delle foglie morte a Como, davanti a Jean Luc Vandenbroucke, che si classifica a 1’07” . E Tista vince l’edizione 1986 – partenza a Como, epilogo a Milano – con maglia Del Tongo Colnago. La classica di chiusura del 1986 è illuminata dal sole. Sui monti tra Lecco e Bergamo si avvantaggiano Baronchelli, Sean Kelly, Philip Anderson, Acacio Da Silva, Leo Schoenenberger e Flavio Giupponi, anch’egli della Del Tongo- Colnago. A Milano in Corso Buenos Aires il capitano della Del Tongo scatta e diventa imprendibile. Gibi sbuca solitario al comando da Corso Vittorio Emanuele acclamato da migliaia di sportivi in Piazza Duomo. Primo Tista, e 15” dopo Kelly si aggiudica lo sprint degli inseguitori, terzo Anderson, quarto Da Silva, quinto Schoenenberger e sesto Giupponi.
L’altra perla di Gibi è il Gran Premio di Francoforte di Coppa del Mondo Intermarche: lo vince nel 1980, l’anno numericamente migliore della sua carriera (22 successi). Tista precede di oltre un minuto Francesco Moser e tanti altri campioni.
Tra le affermazioni della brillante carriera spicca il Giro di Romandia 1977. La corsa preferita da Baronchelli è comunque il Giro dell’Appennino; nella classica della Bocchetta trionfa per sei edizioni consecutive. In occasione della prima vittoria , anno ’77, stabilisce pure il record della scalata da Campomorone a Bocchetta. Tista trionfa in una tappa alla Vuelta a Espana (Santiago de Compostela, 1985), 2 Giri della Toscana, 2 Giri del Piemonte, 2 di Romagna, un Giro del Lazio, una Coppa Placci, e le corse a tappe Giro dei Paesi Baschi, Giro di Puglia, Ruota d’Oro e tanto altro ancora.
Nelle fasi più importanti della carriera Baronchelli perde solo contro i grandi campioni. E’ così anche nel 1980 al Campionato del Mondo di Sallanches, in Savoia (Alpi della Francia). E’ il Campionato del Mondo più duro della storia con 20 passaggi sulla Cote de Domancy. Solo Baronchelli resiste a Bernard Hinault letteralmente scatenato. Durante il ventesimo Giro il bretone stacca Baronchelli. Per il bergamasco è medaglia d’argento con i complimenti del ct Alfredo Martini. Nella carriera da “prof” dopo quella delle squadre Scic, Magniflex-Famcucine e Bianchi-Piaggio ha indossato le maglie di Sammontana, Murella-Rossin, Supermercati Brianzoli, Del Tongo-Colnago, Pepsi Cola-Fanini, Titanbonifica. La cronometro Bologna-San Luca del 1988, griffato Pepsi Cola-Fanin, è stata la sua ultima vittoria. Gibi, nella carriera professionistica dal 1974 al 1989 e prima ancora nelle categorie giovanili hai regalato bellissime pagine di ciclismo. Ancora grazie e buon compleanno!
Nella foto. Gianbattista Baronchelli con la maglia del Giro Baby (era di color verde e sponsorizzata Sanson) e suo fratello Gaetano. Al centro Dante Brambilla e Luciano Menecola, direttore sportivo del Tista.
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