Gentili signore e signori, oggi Gianni Motta raggiunge quota 80! Sappiamo che non ci credete poiché Gianni ne dimostra molti di meno, però vi assicuriamo che è nato a Cassano d’Adda (Milano) il 13 marzo 1943. Durante uno dei Giri d’Italia post-carriera agonistica in cui era impegnato come testimonial Estathé Ferrero, il nostro collega Ildo Serantoni gli dedicò un servizio su “La Gazzetta dello Sport” definendolo “nomade senza età”. Mai definizione fu più azzeccata per il campione di Groppello d’Adda, che è frazione di Cassano d’Adda.
“Il corridore Gianni Motta è come uno spumante di pregio, non un vino da pasto”, disse il cantore Bruno Raschi nel corso di una festa del ciclismo, evidenziandone l’enorme classe. Gianni sapeva vincere le classiche in volata battendo anche 50 o 60 componenti del gruppo d’avanguardia, oppure per distacco. Il campione di brillantezza trionfava anche negli arrivi in ripida salita. Tra i professionisti Gianni ha corso ininterrottamente dal 1964 al ’74, con una breve parentesi nel 1976. La Dea bendata non sempre gli è estata amica e malgrado ciò il corridore di Groppello d’Adda ha totalizzato 83 vittorie su strada e si è aggiudicato in pista 4 Sei Giorni a Milano e una a Montreal.
Tra i suoi successi spiccano un Giro d’Italia, uno di Svizzera, due Giri della Svizzera Romanda, un Giro di Lombardia, 4 Tre Valli Varesine, 3 Giri dell’Emilia, una Milano – Torino e tanto altro ancora. Erano tutte signore vittorie, negli Anni 60 – 70 i vip del pedale si affrontavano sempre, nelle classiche principali e anche nei circuiti ad ingaggio organizzati da Nino Recalcati. Per assistere ai circuiti organizzati dal grande “Recalca” si pagava il biglietto e il pubblico era numeroso. “In certi periodi – sosteneva Recalcati – diversi corridori vincono più di Gianni. Però se voglio fare cassetta Motta lo devo invitare per forza, crea notevole aggregazione e divide il tifo, non si può farne a meno”.
A Gianni piaceva stravincere. I suoi successi sarebbero stati molto più numerosi senza un brutto incidente avvenuto nell’amato Giro di Romandia. Era l’edizione 1965, Gianni in formissima si presentò al via della corsa in Svizzera di lingua francese. Purtroppo nel pre-gara venne investito da un’auto della stampa. Il mezzo motorizzato gli passò sopra ad una gamba. Lui disertò il successivo Giro d’Italia (“Senza quell’incidente l’avrebbe vinto con una gamba sola”, esclamarono tanti esperti) e disputò successivamente il Tour de France con poche centinaia di chilometri nelle gambe arrivando terzo in classifica, con Felice Gimondi sul primo gradino del podio e Raymond Poulidor secondo. Gianni il Giro d’Italia lo vinse nel 1966 e per due anni consecutivi andò vicinissimo alla vittoria nel Mondiale. Gianni continuò a vincere anche se causa problematiche sempre dovute alla gamba infortunata al Romandia ’65 il suo rendimento diventò a corrente alternata. Di certo senza quell’incidente le vittorie pesanti sarebbero state molto di più.
“Motta è il corridore che più temo”, dichiarò spesso Eddy Merckx. “Gianni cominciò a calare – affermò Waldemaro Bartolozzi – quando ancora doveva crescere. La sua classe era immensa”. In effetti il ciclismo italiano attuale avrebbe bisogno di un Gianni Motta. Lo staff Rcs ha inserito Gianni nella Hall of fame del Giro d’Italia e per il biondo di Groppello d’Adda ci sono stati tanti altri riconoscimenti. Lui si gode la vita con spensieratezza e dal 2002 è testimonial Banca Mediolanum al Giro. I suoi anni non sono ottanta, probabilmente 40 più 40, oppure 50 più 30. Gianni, 80 volte auguri, goditela!