La sicurezza stradale, coi suoi 2.875 morti e 204.728 feriti nell’ultimo anno, parrebbe non essere una priorità del nuovo Governo, almeno stando all’assenza di ogni riferimento alla questione nel discorso alla Camera della Meloni.
Eppure, è la più consistente strage di vite e di affetti continuamente perpetrata nella quotidianità, che tacendola o ritenendola secondaria, darebbe quasi il senso di un accettato obolo alla libertà di circolazione, la più individuale e sfrenata possibile, nonostante l’impegno di istituzioni, forze di polizia e volontari, perché tutto ciò sia contenuto in un ambito di maggiore ragionevolezza.
Ma come molti osservatori consigliano, i governi vanno giudicati per quello che fanno piuttosto che per quel che dicono o per i pregiudizi che li accompagnano.
Bene quindi conservare il massimo impegno su questo tema, sollecitando e rivendicando risposte adeguate, nella speranza che tra i fatti del nuovo Governo possa trovare spazio la giusta attenzione alla riforma del Codice della Strada e al rafforzamento di strutture e servizi per una migliore sicurezza stradale.
Per questo, come Gs Progetti Scorta, ci permettiamo di proporre ad un pubblico più vasto, quanto scritto nella brochure del prossimo Giorno della Scorta, quale sede e ulteriore occasione, senza alcuna presunzione, per proporre il tema più specifico della tutela del ciclismo e dei ciclisti, che seppure solo una parte di un tema più vasto, si lega al compito che ciascuno di noi ha di provare ad offrire soluzioni partendo dalle proprie esperienze e dalle proprie competenze di settore.
“SERVE UN CODICE DELLA STRADA A TUTELA DEL CICLISMO E DEI CICLISTI”
(Dalla brochure del Giorno della Scorta)
Anni di denunce, impegni, proposte, convegni … e poi? La tanto rivendicata sicurezza per i ciclisti e per il ciclismo, a che punto sta nell’infinito tunnel della riforma del Codice della Strada? Un percorso avviato nel 2014, che non si sa più dove e quando concluderlo, se non imbarcando qua e là decreti di parziali o piccole modifiche, alcune introdotte quasi di soppiatto, per mettere una “pezza” ad una emergenza, sedare l’emotiva indignazione di gruppi di cittadini, accontentare lobby di turno, assecondare le fantasie e le promesse di qualche parlamentare, spesso con soluzioni per nulla organiche o razionali.
Uno stato delle cose discutibile e farraginoso, seppure periodicamente implementato da provvedimenti comunque necessari e non altrimenti rinviabili.
Eppure? Eppure bisogna crederci! Non mollare la presa e far sentire, anche nei momenti di stanca, la propria voce e la propria insoddisfazione, perché in questo Paese sono ancora tante le persone vogliose di impegnarsi per fare cose buone per la collettività.
Un po’ come, in piccolo e senza presunzione, il Gs Progetti Scorta ha promosso in questa stagione, dove, tra emergenze di ogni genere ed un clima politico arroventato più della torrida estate, fra le priorità importanti sembra essere scomparsa quella di avere un Codice della Strada veramente riformato, all’altezza dei tempi, razionale ed efficace, di cui anche il ciclismo ha tanto bisogno.
Occorre proteggere i ciclisti in allenamento con misure innovative quali la distanza da tenere nel sorpasso, la doppia fila e la possibilità di essere scortati con veicoli o motociclisti opportunamente equipaggiati; agevolare le gare semplificando e uniformando i rilasci delle autorizzazioni; ricomporre il disarticolato mondo delle ordinanze di sospensione temporanea della circolazione in un unico provvedimento per singole prefetture; poteri di regolazione del traffico alle scorte tecniche anche oltre lo spazio inizio/fine gara per poter risolvere preventivamente e prudentemente ogni problematica di traffico insistente sul percorso di gara; ASA utilizzabili per qualsiasi tipo di manifestazione sportiva e civile su strada. Con l’impegno dei Ministeri competenti a far conoscere la funzione ed valore di questi soggetti preposti alla sicurezza delle gare, una garanzia anche per i normali utenti della strada.
Modifiche che dovrebbero riguardare principalmente gli art.9, 12, 68 e 182, del Codice della Strada, con qualche riverbero sul Disciplinare, con ipotesi che già esistono, presentate da una pluralità di soggetti anche autorevoli, che il Ministero dell’Interno ha più volte fatto capire di condividere e che hanno trovato ospitalità e consenso anche in non poche edizioni del Giorno della Scorta, senza arrogarci mai il compito di stabilire quelle migliori.
La nostra esperienza quotidiana, di chi sta in mezzo alle corse, può portare più insistentemente verso la parzialità del ciclismo prettamente competitivo, ma non per questo è meno forte la consapevolezza che occorra avere una visione più ampia, una politica più estesa, di cui il mondo sportivo e la nostra Federazione hanno certamente l’autorevolezza per farsene carico, per trattare il complesso mondo dei ciclisti, dall’educazione comportamentale alle infrastrutture stradali, dalla tutela degli “utenti deboli” a interventi di assoluto respiro strategico quale il 1°Piano della Mobilità Ciclabile.
Un percorso che potrebbe trovare migliore beneficio nel caso la FCI decidesse di organizzare una propria proposta complessiva di riferimento da proporre nelle sedi di avvicinamento al nuovo Codice della Strada, dove un po’ tutti potersi riconoscere, per unire l’impegno verso un’indispensabile azione politica. La più coordinata possibile, la più unitaria possibile, da esercitarsi anche e principalmente nei confronti del nuovo Governo, che nei suoi intenti di cambiamento dovrà essere messo alla prova anche sulle questioni che qui stiamo trattando.
Servirà pensare anche a come strategicamente alzare la voce di chi vuole più sicurezza sulle strade e più sicurezza per chi le transita in bici.
Affidarsi ai vertici nazionali non è sufficiente e molto può essere costruito con l’intraprendenza delle strutture regionali della FCI e degli EPS, che nei territori hanno presa e che, tanto per fare un esempio, nessuno impedisce loro di approvare specifici ordini del giorno o di chiamare a raccolta i parlamentari dei rispettivi territori e con loro costruire valore, consenso e iniziativa su temi che per forza dovranno interessare le varie Commissioni di Camera e Senato fino al Parlamento stesso.
Intanto il Gs Progetti Scorta ci ha provato e ci sta provando, insieme ai tanti organizzatori, direttori di corsa e scorte tecniche, che alla partenza delle loro gare hanno voluto esporre lo striscione “Serve un codice della strada a tutela del ciclismo”, affinché si sappia, si veda e si dica, fino allo sfinimento, in tv, sui social e sui giornali, che se si ama il ciclismo, dobbiamo tutti “pedalare” anche per renderlo possibile.
Un “pedalare” che, per come lo intendiamo noi, non è contro “qualcuno” o per tirare la volata a “qualcun altro”, convinti come siamo che uno dei presupposti della sicurezza è proprio quello dello stare insieme.