Forse cado nel melenso, ma in certi casi bisogna correre il rischio di passare per donnicciole dalla lacrima facile. E allora eccomi qui a prendermi i sarcasmi degli uomini veri, rudi e duri, ma niente e nessuno mi impedirà di dire che Pogacar ha vinto una stupenda Liegi-Bastogne-Liegi, la più bella della sua carriera: rinuncia a correre per stare vicino alla fidanzata che piange la mamma morta.
E' una dolcissima storia d'amore, ma per quanto mi riguarda è un'impareggiabile dimostrazione di forza del giovane campione: sì, ci vuole tanta forza umana, in certi momenti, per mettere davanti i sentimenti a tutto il resto, al resto che in questo strano mondo ormai conta più di qualunque cosa, il lavoro, i risultati, il business, sempre all'insegna del sacro e inviolabile the show must go on.
Per qualcuno, se Dio vuole, non è così. E mi piace scoprire che non è così per Pogacar, il giovane fenomeno che stiamo ogni giorno scoprendo. C'è la mamma della fidanzata che muore, c'è la fidanzata che soffre, c'è un fidanzato che lascia il ritiro della corsa più importante, la corsa che ha già vinto e fortissimamente vuole rivincere, per stare al suo posto, là dove deve stare un uomo sensibile, nel suo mondo intimo e familiare sconvolto dal lutto e dal dolore.
Non aggiungo altro, già ho concesso troppo alla retorica. Ma mi colpisse un fulmine se sono parole di maniera. Personalmente questo momento non aggiunge niente al personaggio Pogacar, ma tantissimo alla persona Pogacar. Viviamo nell'epoca in cui si scende comunque in campo perchè così avrebbe voluto lei, o lui, per onorare la memoria, insomma per i motivi che siamo bravi a costruirci come alibi per stare lontani dal nostro posto, dalle cose più profonde e importanti, nel nome di uno spettacolo e di un malinteso senso del dovere che non concedono debolezze e diserzioni.
Bravo Pogacar, grazie Pogacar. Sicuramente ci saranno quelli che gli diranno “un serio professionista non si tira indietro per così poco, in fondo non è sua madre”. Sono sicuro che ci saranno. Come ci saranno quelli che “con tutti i soldi del suo contratto avrebbe il dovere di onorare gli impegni”. Ci sta di tutto, in questo mondo. L'umanità è varia e molto avariata. Ciascuno libero di vederla a modo suo. Io dico che Pogacar, nella sua normalità, cioè piangere tenendo per mano il suo amore affranto, diventa ancora più speciale, in questa strana specie umana che siamo diventati tutti quanti noi.