Il team CCC si è ritirato ufficialmente da Parigi-Nizza e dalla Tirreno-Adriatico a causa dei rischi legati dall'evolversi della situazione COVID-19. Una decisione presa nell'interesse di proteggere la salute e la sicurezza di corridori e personale, e del pubblico in generale, ed evitare i rischi di esposizione , trasmissione e quarantena.
Il dottor Max Testa spiega: «Il ciclismo è uno sport unico con squadre che viaggiano quotidianamente da una città all'altra durante le gare a tappe, soggiornando in hotel diversi ogni notte e entrando in contatto con il pubblico in un ambiente ampiamente incontrollato. La salute dei ciclisti, del personale e del pubblico è la priorità e, con molte incognite su quali protocolli possano essere attuati in modo sostenibile durante le gare a tappe, riteniamo che il nostro ritiro sia la decisione giusta».
E ancora: «A questo punto della stagione, i casi di infezioni del tratto respiratorio superiore (URTI) e febbre sono elevati ed è inevitabile che i ciclisti e il personale si ammalino durante le gare. Senza un piano di quarantena dettagliato e un protocollo di test rapido con conseguente consegna dei risultati, i team stanno mettendo a rischio ciclisti e personale ad esposizione, trasmissione e quarantena. Per questi motivi, abbiamo deciso di ritirarci da Parigi-Nizza e Tirreno-Adriatico».
Presidente del team CCC, Jim Ochowicz: «Non è stata una decisione semplice, quella di ritirarsi dalla Parigi-Nizza e dalla Tirreno-Adriatico, che prevediamo tra l'altro possa essere ufficialmente cancellata dopo l'analoga decisione per le Strade Bianche. Stiamo agendo nell'interesse dei nostri corridori e del nostro personale e abbiamo scelto di ridurre il rischio di trasmissione. La situazione del COVID-19 sta cambiando rapidamente e continueremo a monitorare la situazione e ad adattare di conseguenza il nostro calendario delle gare. Desideriamo esprimere il nostro costante sostegno sia ad ASO che a RCS, ma siamo delusi dalla mancata presa di posizione da parte dell'UCI in questo momento critico per lo sport, con le squadre maschili e femminili che sono state lasciate a difendersi da sole».
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