PROFESSIONISTI | 07/03/2018 | 07:38
Lui è
un amore. Saluta, bacia, abbraccia. Sorride, risponde con tutta la calma
del mondo, non alza mai la voce di un tono. Si mostra paziente,
comprensivo, tollerante. Ha voglia di uscire da qui, si capisce, ma
soltanto perché fuori ci sono il sole, il mare, diciassette gradi e un
profumo proibito di calamaretti fritti. «L’Italia mi mancava, ma ero
focalizzato sul Tour. Sono molto legato a questo Paese». L’ultima
Tirreno l’aveva fatta nel 2013, l’ultima corsa in assoluto sulle nostre
strade erano stati i Mondiali di Toscana, pochi mesi più tardi. Cinque
anni più tardi il mondo si è capovolto.
Da quell’ultima Tirreno (dove fu
secondo alle spalle di Nibali) Chris Froome ha vinto quattro Tour e una
Vuelta. E proprio nei giorni del giro di Spagna è incappato in un
controllo che rischia di cambiare per sempre la sua storia. Eccesso di
salbutamolo, e il pericolo di una sospensione è decisamente concreto. Ma
non si sa quando ci sarà il processo, e finché (e se) non sarà
condannato Froome corre. «Lo so, non è una buona situazione per nessuno
di noi, ma dimostrerò che non ho fatto niente di sbagliato. Ok, potevo
fermarmi. Ma per quanto tempo? Per quanti mesi? Lo sapete voi?».
Alessandra Giardini
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