Il ventiseienne Pierpaolo
Ficara, capitano di Amore & Vita Prodir, lunedi è stato dimesso
dall’ospedale di Cisanello dopo essere stato vittima di un rovinoso
incidente in allenamento il 25 gennaio sulle strade di Volterra.
Al promettente professionista siciliano Ivano e Cristian Fanini avevano
affibbiato i gradi di capitano e concentrato su di lui le più grandi
aspettative in questa stagione.
Ficara è un corridore abituato alla
fatica e ad inseguire i suoi progetti. Da dilettante
aveva la fiammata nelle gambe, proprio quelle gambe martoriate da due
seri infortuni:a Philadelphia nel 2016 e quello di due settimane fa. Lo
spunto veloce lo aveva portato nella scorsa stagione a vincere tre
gare: la prima al Giro dell’Eritrea nella Fenkil
Nort hern, la seconda in una tappa al Giro dell’Albania ed infine si
era imposto nella 2.a tappa al Tour du Jura in Francia.
Ma quest’anno gli obiettivi erano per lui molto più ambiziosi e concentrati sulle gare della Ciclismo Cup che vide lo scorso anno Amore e Vita protagonista assoluta con due vittorie. Sulle strade di Volterra i sogni suoi e della sua squadra si sono in parte infranti perchè la caduta gli impone di ricominciare la preparazione una volta che avrà recuperato le migliori condizioni fisiche.
«Ho un credito enorme con la buona sorte» dice Ficara dalla sua
abitazione di Siracusa all’indomani del ritorno a casa».
Ma cosa è
accaduto a Volterra?
«Stavo volgendo un normale allenamento. Poi
l’ammiraglia che ci seguiva in allenamento ci sorpassa.
Nel farlo urta il mio compagno Antonio Zulllo che, per mantenere
l’equilibrio, involontariamente mi viene addosso. Stavamo pedalando ad
andatura sostenuta e nella caduta ho rimediato il peggio, dopo non ho
visto più niente».
Trasportato in elisoccorso a Cisanello è stato operato d’urgenza. Nella caduta ha rimediato la doppia frattura di tibia e perone alla gamba sinistra, una frattura al gomito destro, un nervo ed un tendine recisi.
«Comunque - dice il corridore siciliano - ho
trovato anche dopo questo secondo grave infortunio, le
motivazioni e le risorse che mi permettono di perseverare e di tornare
in bicicletta. Già ora inizio ad appoggiare il piede a terra e presto
inizierò la riabilitazione ed a fare palestra. Devo ringraziare la
fiducia del Team Fanini, in particolare patron Ivano
che ha sempre creduto in me e gli prometto che farò di tutto per
recuperare il tempo perso. I miei obiettivi rimangono il Giro
dell’Appennino, anche se non so se riuscirò ad
aver recuperato appieno e soprattutto le gare estive come Agostoni, Bernocchi ed il Memorial Pantani del 22 settembre quando penso
proprio di essere tornato al top della condizione. Già dai primi giorni
di marzo sono fiducioso di rimettermi a pedalare. Ringrazio il dottor Di
Grandi e tutto il suo staff medico per avermi
seguito e consentito di essere già a casa dopo nemmeno 15 giorni
dall’incidente».
A Philadelphia nel 2016 il primo grave infortunio dove
rischiò perfino di perdere la vita. «La dinamica li fu completamente
differente: andai a sbattere ad un incrocio con una
macchina per un guasto meccanico alla bicicletta. Mi si ruppe la
forcella e non potetti deviare l’impatto».
Conseguenza: rottura di scapola e omero, 6 vertebre e 4 costole fratturate, perforazione della trachea ed un danno al fegato. Un trauma superato e poi la sfortuna l’ha nuovamente preso di mira.
di Valter Nier, da Il Tirreno