“Il percorso era già duro e quest'anno lo è ancora di più, sicuramente per me è meglio perché preferisco le corse molto impegnative essendo un corridore di resistenza e quindi i tracciati come quelli di domani si adattano meglio. Mi sembra di stare abbastanza bene, in Argentina ho avuto buone sensazioni anche se non ho ottenuto grossi risultati, ma ero spesso davanti e vuol dire che ho lavorato bene quest'inverno. Per oggi il faro della squadra sarà Gavazzi che ha più esperienza e che sa partire forte nelle corse in Italia, ma sia io che Cattaneo e Torres avremo la possibilità di giocare le sue carte per provare a fare qualcosa”.
Quest'anno tornate al Giro d'Italia, la squadra è molto forte quindi ci sarà da sgomitare per trovare un posto alla corsa rosa...
“La certezza non c'è mai, bisogna andare forte e sempre impegnarsi moltissimo ed essere costanti. Poi chi se lo meriterà andrà al Giro, ma per arrivarci bisogna pedalare al meglio sin dall'inizio ed è chiaro che tutti vorranno esserci”.
Sei al secondo anno tra i professionisti, qual è la differenza più importante che hai trovato arrivando dai dilettanti?
“La cosa che ho notato maggiormente è il livello degli avversari con i quali competi in gara che è notevolmente più alto tra i pro'. Tra i dilettanti si corre principalmente con atleti italiani, quando passi tra i professionisti trovi molti atleti stranieri, così come è oggi al Laigueglia, che sono molto forti. E' un ciclismo diverso, mondiale, e quindi è più difficile fare risultato e vincere”.
da Laigueglia, Valerio Zeccato
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