POGACAR TIENE IN VITA IL GIRO, PELLIZZARI PORTA A CASA SCONFITTA E MAGLIA MA IL FUTURO E' SUO

di Pier Augusto Stagi

Tadej POGACAR. 10 e lode. Lunga corta media, con pioggia neve o sole è sempre lui. Salva la baracca, è un raggio di sole in una giornata non di tormenta ma tormentata. Uno due tre quattro e cinque: conta lui, contiamo anche noi, ma conta di più lui. Fenomeno assoluto e insaziabile, per un Giro infinito e finito, che lui solo tiene in vita. Non lascia niente a nessuno, al massimo distribuisce alla fine abbracci e pacche sulle spalle, a Pellizzari dona la sua maglia rosa dopo averlo raggiunto e superato. Insuperabile, in tutto.

Giulio PELLIZZARI. 10. Che bel corridore il ragazzo della VF Group Bardiani CSF Faizané. Un corridore di gran classe, di talento e volontà sopraffina. Certo, Pogacar se lo beve come un Crodino, che non si stappa, ma si prende la tappa. Lui però fa il massimo, dietro al massimo interprete del ciclismo. Tappa breve e intensa, che ci dice che il 20enne bimbo marchigiano avrà una carriera lunga e luminosa. Ha tra le mani una bici preziosa, quella De Rosa, la bici del cuore, ma oggi un cuore ce l’ha anche lo sloveno. Giulio perde e si prende la maglia rosa di Taddeo. La prende bene.

Dani MARTINEZ. 8. Paga ancora qualcosa, 16”, lui però è sempre lì, a lottare con una lucidità e una continuità da primattore. Guadagna una posizione: adesso è secondo, a 7’18”.

Christian SCARONI. 7. Il 26enne bresciano fa corsa d’avanguardia, come piace a Beppe Martino. Come piace a questo ragazzo che se c’è da lottare non si tira mai indietro.

Antonio TIBERI. 7,5. Recupera qualcosa (5”) ad Arensman, per difendere la maglia bianca, per difendere la sua 5a posizione nella generale, a conferma che la miglior difesa è l’attacco.

Thymen ARENSMAN. 5,5. Giornata non positivissima per gli Ineos, che pagano con Thomas e qualcosa anche con il giovane olandese. Battuta d’arresto, ma la strada è lunga: sempre che non l’accorcino anche domani. Anzi, è bene ricordarlo: c’è anche domani.

Damiano CARUSO. 8. Guida e controlla il pupo, ma già che c’è resta là davanti, non si sa mai.

Michael STORER. 7. Bravo bravissimo il 27enne australiano della Tudor. Uomo resiliente, che non si piega e non si spezza: si accoda.

Ewen COSTIOU. 7. Chi è costui? Un ragazzo bretone di soli 21 anni, bravo tosto e deciso. Oggi parte e resta là a mulinar pedalate, con determinata volontà.

Valentin PARET-PEINTRE. 6,5. È il fratello che tiene alto il nome di famiglia e della sua Decathlon.

Einer RUBIO. 5,5. Battuta d’arresto per il corridore colombiano della Movistar. Tappa troppo esplosiva, che non lo fa però scoppiare.

Geraint THOMAS. 5. Perde il secondo posto, perde secondi preziosi, scivola a quasi 8 minuti da Taddeo, ma c’è da credere che il SignorG non resterà lì a piangersi addosso: di sicuro proverà perlomeno a fare solletico alla maglia rosa.

Ben O’CONNOR. 5. L’australiano della Decathlon non ne risparmia a nessuno, né a Vegni né tantomeno al Giro, poi si risparmia.

Davide PIGANZOLI. 7. Il bimbo valtellinese parte da casa sua in macchina, poi sale in bicicletta e difende la sua 13a posizione nella generale. Per il ragazzo della Polti Kometa è tanta roba.

Julian ALAPHILIPPE. 6,5. Perde ma lotta per la vittoria fino all’ultimo, con il volto trasfigurato per la fatica, con un’andatura che è impossibile per lui da tenere e che terrà poi solo Taddeo. Alla fine si rialza e si lascia scivolare indietro, ma tornerà all’attacco: statene pur certi.

Mirco MAESTRI. 6. Ormai fa corsa parallela con Julian Alaphilippe: se parte il transalpino, Paperino va dietro. Non è un mistero che abbia un'ammirazione sconfinata per il due volte campione del mondo: dopo la maglia vuole anche l’autografo.

Davide BALLERINI. 6. Al km 35 parte il corridore dell’Astana con a ruota Mirco Maestri (Polti Kometa), Andrea Piccolo (EF) e Julian Alaphilippe (Soudal QuickStep). Da qui nasce l’iniziativa del transalpino.

Marco FRIGO. 6. Pronti via e ci prova, a tutta velocità, ma non è il solo. Tappa troppo corta, che allunga la competizione.

Remo GALLI. 250. È il sindaco di Livigno, che per lungo tempo ha atteso sulla linea di partenza l’arrivo dei corridori, che non si sono mai presentati. Avevano promesso di farlo, o almeno qualcuno in loro rappresentanza l’aveva fatto, con tanto di stretta di mano, che un tempo contava qualcosa, ma oggi ha fatto il suo tempo. Il signor Remo Galli è restato lì, immobile con la sua bandierina rosa e i suoi pensieri (un impegno economico di almeno 250 mila euro), per dare il via. Poi, sconsolato, è andato via. Una festa lasciata a metà, sperando di essere tra un anno ancora meta.

Angelo COSTA. 64. È da anni che fa finta di niente, si disinteressa dell’evento, gioca a nascondersi e a nasconderli, nonostante non siano molti, ma sufficienti. Sufficienti per un brindisi, per una pacca sulla spalla, per un evviva beneaugurante, lui che è solito augurare a tutti ogni bene, perché il suo Giro da sempre è fatto di attenzioni e allegria, ironia allo stato puro. Non è più un ragazzino, ma il suo spirito è quello di sempre: divertito e divertente, mai irriverente, basta seguirlo con i suoi tweet, le sue freddure, le sue folgorazioni, che fotografano realtà vizi e virtù, con il garbo che gli è proprio. Proprio bravo il nostro Angelino, l’Angelo di tuttobiciweb, che ci segue e ci insegue, con le sue chiavi di lettura, che si fanno leggere per sorridere e ridere, come bimbi mai completamente cresciuti.
 

 

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