VALENTINO DI NOME MA VELOCISSIMO DI FATTO. INTANTO POGACAR FA QUEL CHE VUOLE

di Pier Augusto Stagi

Valentin PARET-PEINTRE. 10 e lode. Valentino di nome, velocissimo di fatto, soprattutto oggi. Bravo, bravo, bravissimo. Paret-Peintre pare Hinault dei tempi migliori. Un finale d’autore, di assoluto valore e contenuto tecnico. Tratnik sembra lanciato verso il successo di tappa, pare. Poi arriva lui, Paret-Peintre, il fratello, il parente e sistema ogni cosa, con un finale mozzafiato, di assoluta lucidità ed efficacia. Bravo diciamo noi. Bravò dicono loro. Con o senza accento è pur sempre brav*.

Romain BARDET. 8. Fa corsa d’attacco, con una condizione non ottimale. Più di testa che di gambe, ma intanto l’esperto campione transalpino risale in classifica. Un grande balzo: dalla 14a alla 7a posizione. Oplà!

Jan TRATNIK. 8. Il 34enne sloveno (anche lui!) ci prova, con una bellissima azione. Raccoglie solo un terzo posto finale, ma la sua prova è chiaramente di livello, tutt’altro che trascurabile. Fa la figura del pollo? Fa la figura di chi ha le gambe per riprovarci.

Andrea BAGIOLI. 7. Giornata in avanscoperta, tutto il giorno al vento il ragazzo della Lidl Trek. Per il 25enne ragazzo valtellinese una sorta di prove tecniche di trasmissione. Una prima frazione per verificare la condizione. Andrea c’è! E ci sarà, ancora.

Aurélien PARET-PEINTRE. 6,5. Il fratello si porta a casa il quinto posto. Grande risultato per la Decathlon AG2r La Mondiale, pensa alla loro mamma…

Lorenzo FORTUNATO. 7. Sta facendo un Giro di altissimo livello, confermando quanto di buono aveva già fatto vedere gli anni scorsi, anche se in questo Giro pedala davvero in una nuova dimensione: quella da uomo classifica. È una delle sorprese più belle di questo Giro, arrivato al giro di boa.

Filippo ZANA. 6,5. Prende il treno giusto e arriva prima degli altri. Corsa da grande regolarista, che gli consente di fare un balzo di quattro posizioni e entrare nella top ten: 9° a 5’23” dalla rosa.

Domenico POZZOVIVO. 6,5. Queste zone le conosce a menadito, visto che è di queste parti la moglie (Valentina Conte). Il piccolo corridore lucano su questa frazione aveva fatto un cerchietto rosso, ma poi la corsa è corsa e malgrado un’ottima prova, ha dovuto metterci una croce.

Tadej POGACAR. 7. Se fa l’ingordo non va bene, se lascia fare nemmeno, anche quando non fa si porta a casa qualche secondo sui diretti avversari: fa quello che vuole.

Antonio TIBERI. 7. Ci prova, perché il ragazzo è fatto così. Ha personalità e coraggio, soprattutto voglia di emergere. Nel finale paga qualche secondo, ma poco importa, l’importate è provarci. L’importante è avere la giusta mentalità.

Cian UIJTDEBROEKS. 5,5. Perde nove secondi da Tiberi, che ora è a un soffio dalla maglia bianca (12”). Fatica il talento belga, fatica parecchio, anche se ha il merito di medicare una giornata piuttosto complicata. Non brilla, ma la sua luce non è nemmeno spenta.

Einer RUBIO. 5,5. Il colombiano della Movistar perde due posizioni nella generale, non è tanto, ma nemmeno pochissimo.

Simon CLARKE. 6. Il corridore della Israel Premier Tech prende e va sin dal chilometro zero con Quinten Hermans (Alpecin Deceuninck). Dopo una ventina di chilometri si accoda anche Alessandro De Marchi (Jayco AlUla). Sono i primi sussulti di una tappa scoppiettante (voto 7).

Tobias FOSS. 6. Il corridore della Ineos Grenadiers prende e va con un'allegra brigata. Con lui Jan Tratnik (Visma Lease a Bike), Damiano Caruso (Bahrain Victorious), Simone Velasco (Astana), Enzo Paleni (Groupama FDJ), Marco Frigo (Israel Premier Tech), Nicola Conci (Alpecin Deceuninck), Will Barta (Movistar), Maximilian Schachmann (Bora Hansgrohe), Simon Geschke (Cofidis), Esteban Chaves (EF), Mattia Bais (Polti Kometa), Julian Alaphilippe e Mauri Vansevenant (Soudal QuickStep), Aurelien e Valentin Paret-Peintre (Ag2r Decathlon), Andrea Bagioli e Juanpe Lopez (Lidl Trek), Filippo Zana e Alessandro De Marchi (Jayco AlUla), Romain Bardet, Chris Hamilton e Kevin Vermaerke (DSM Firmenich), Domenico Pozzovivo, Luca Covili e Filippo Fiorelli (VF Bardiani Csf Faizanè). Sono questi corridori, di fatto, a fare la corsa. È da questo mazzo che oggi vengono calati degli assi.

APPASSIONATI. 2. Va bene tutto, ma così no. Un po’ di buonsenso, un po’ di pietas cristiana per questi ragazzi che hanno fatto della loro passione un lavoro. E come è giusto garantire sicurezza nei cantieri, nelle fabbriche e in ogni dove, è altrettanto giusto che si rispetti il lavoro dei corridori. Va bene la festa, ma se li si intossica con fumogeni da stadio anche no. Va bene l’amore per gli animali, ma i cani è bene tenerseli al guinzaglio e se qualcuno vede vagare dei cani randagi faccia qualcosa, affinché questi poveri corridori non debbano rischiare l’osso del collo o qualcosa di più. La colpa, in questo caso, è solo e soltanto degli sportivi, dei cittadini, di questi appassionati del martedì o dell’ultimo minuto, che non hanno la benché minima idea di cosa significhi correre in bicicletta o quel che è peggio non hanno assolutamente idea di cosa sia una corsa di ciclismo. È probabile che si siano sollazzati fino a ieri con il Grande Fratello Vip o Pechino Express, l’Isola dei Famosi o la Pupa e il Secchione: forse è il caso che restino a casa a vedere quella roba lì. Pogacar, Ganna e compagnia pedalante meritano molto di più.



 

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