PROFESSIONISTI | 17/11/2016 | 15:28
HUYE (Rwanda) – Un mese fa si chiamava Nyungwe Challenge, ma era esattamente l’anteprima della Rusizi-Huye, la quarta tappa (inedita) del Tour of Rwanda 2016, 140,7 chilometri, la più lunga. E come un mese fa, a vincerla è stato Joseph Areruya, 20 anni (uno di quelli censiti, all’ingrosso, il 1° gennaio, lui nel 1996), ruandese, dorsale 101, e una voglia matta di entrare nella storia. Solo che, rispetto a un mese fa, è stata tutta un’altra storia. Questa.
Rusizi è un paradiso sul Lago Kivu, al confine con il Congo, Huye è la città universitaria, vicino al Burundi. Fra partenza (quota 1668 metri) e arrivo (1758), la solita altalena di salite e discese (dislivello 4239 metri), ma stavolta attraversate per una cinquantina di chilometri nel cuore del Parco nazionale di Nyungwe: il Ruanda com’era, una foresta primaria, vergine, incontaminata se non da una strada asfaltata, ampia, recente, cioè il palcoscenico privilegiato della tappona. Fra felci e alberi cui non saper dare nome e famiglia, piante rampicanti e piangenti, scimmie (viste) ed elefanti, bufali e leopardi (creduti sulla parola), sinfonie vegetali e assoli ornitologici, guardie e poliziotti, anche un camion volato in una scarpata, e una strana, inconsueta, a tratti inquietante assenza di esseri umani. Sedata la prima fuga (l’inesauribile ruandese Samuel Mugisha a caccia di gran premi della montagna, e l’etiope Temesgen Buru, cui poi si era unito il ruandese Abraham Ruhumuriza: così si alleavano il più giovane, Mugisha, 18 anni, e il meno giovane, Ruhumuriza, 37), il gruppo procedeva quasi compatto, come frenato dalla solennità di questa immensa cattedrale gotica della natura. Dopo la Cima Coppi (2553 metri) sul penultimo gran premio della montagna, si spalancava una sessantina di chilometri quasi tutti in discesa. Ma ormai tirava aria di volata. E neppure un uragano esploso quasi all’arrivo ha selezionato il gruppo. Sembra che Areruya, secondo nella generale al Tour of Rwanda 2015, non abbia alcuna intenzione di fermarsi qui.
Ma il meglio stava ancora una volta alla fine, in fondo al gruppo. Lottando contro chilometri, altitudine, pioggia e freddo (il freddo almeno per loro), a una ventina di minuti dai primi arrivavano gli ultimi: i camerunesi. “E’ stato tremendo”, sillabava Hervé Mba. “Comunque è sempre più il piacere che il soffrire”, giurava Robert Fozing. “E soprattutto in giornate così dure e in tappe così difficili, la soddisfazione di arrivare al traguardo ripaga della fatica e riempie di orgoglio”, garantiva Damien Tekou. E domani? “Domani magari vince uno dei noi”, chiudeva, battendo i denti, Tekou. Un elogio alla speranza, un inno all’avventura, un salmo al dio del ciclismo.
Tra caduti e feriti (clavicola fratturata per il quasi italiano David Polveroni, rientrato in Francia), domani, appunto, la quinta tappa, da Huye a Muhanga, un centinaio di chilometri in macchina (giornalisti), pullman (corridori) e camion (biciclette), poi da Muhanga (quota 1875 metri) a Musanze (1825), 125,8 chilometri e cinque gran premi della montagna, di cui tre di prima categoria. Fra chi assicura che succederà di tutto e chi sostiene che non succederà niente, c’è tutta la magica imprevedibilità del ciclismo.
Marco Pastonesi
ORDINE D'ARRIVO
1 ARERUYA Joseph Club Les Amis Sportifs De Rwamagana
2 BIZIYAREMYE Joseph Rwanda
3 GEBREIGZABHIER Amanuel Dimension Data for Qhubeka
4 OKUBAMARIAM Tesfom Eritrea
5 BYUKUSENGE Nathan Rwanda
6 EYOB Metkel Dimension Data for Qhubeka
7 AMANUEL Meron Stradalli - Bike Aid
8 BENEKE Calvin South Africa
9 HAYLAY Kbrom Ethiopia
10 KANGANGI Suleiman Kenyan Riders Downunder
CLASSIFICA GENERALE
1 Valens NDAYISENGA RWA DDC 22 12:45:26
2 Joseph ARERUYA RWA 20 +1:16
3 Issak TESFOM OKUBAMARIAM ERI ERI 25 +1:23
4 Jean Bosco NSENGIMANA RWA BAI 23 +1:26
5 Metkel EYOB ERI DDC 23 +1:28
6 Amanuel GHEBREIGZABHIER WERKILUL ERI DDC 22 +3:25
7 Patrick BYUKUSENGE RWA 25 +3:26
8 Suleiman KANGANGI KEN KRD 28 +3:26
9 Temesgen BURU ETH ETH 22 +3:37
10 Brett WACHTENDORF USA 23 +3:39
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