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Come ci spiega l’avvocato del corridore Fabio Pavone, il CONI aveva chiesto che il collegio arbitrale decidesse solo sulle carte presentate da accusa e difesa ma i difensori hanno chiesto e ottenuto un’udienza in camera di consiglio per illustrare meglio la posizione dell’atleta. «Nell’occasione discuteremo il processo e entro i 90 giorni successivi avremo la decisione definitiva del collegio di giuria. - spiega Pavone. -Abbiamo sempre sostenuto che Alessandro si trovava in uno stato di salute per cui necessitava questa cura, sottolineando il fatto che in quel periodo non stava correndo, si era sospeso dalle gare perché appunto non stava bene. Non si tratta di emotrasfusione come sostiene l’accusa ma di una necessità medica e di un tipo di cura che rispettava il codice WADA. Su cosa punteremo per riportare il ragazzo alle corse? Faremo leva sulla norma della WADA che prevede, qualora ci sia stato un ritardo nel deferimento dell’atleta non imputabile all’atleta stesso di retrodatare la condanna al momento in cui lo stesso sarebbe potuto essere sospeso, vale a dire in questo caso il 4 aprile 2012. La procura ha avuto un ruolo garantista nei confronti di Ballan a causa della difficoltà di interpretazione delle intercettazioni che riguardano questo caso, fermandolo solo nel gennaio 2014. Questa norma già applicata in altri casi secondo noi dovrebbe essere applicata anche per Alessandro. Se così fosse avrebbe già scontato l’intero periodo di sospensione».
Giulia De Maio