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Ormai siamo abituati a corse con chilometraggi estremi, giornate di gara infinite che scatenano dibattiti dentro e fuori il ciclismo, ma c’è chi che ha fatto delle lunghe distanze e delle imprese un vero e proprio mestiere.. Lachlan Morton, australiano di 33 anni qualche settimana fa ha deciso di pedalare tra i due punti estremi della Nuova Zelanda in una sola giornata. Il risultato? 648 km percorsi in poco meno di 18 ore e mezza con una media di 35 km/h.
Morton è stato ciclista professionista dal 2012 al 2022 militando anche in squadre di livello come Garmin, Dimension Data ed Ef, ha partecipato a Giro e Vuelta, ma dopo il suo ritiro dal professionismo è iniziata per lui una nuova vita. Inizialmente si è dedicato al gravel, poi ha iniziato ad appassionarsi a delle vere e proprie sfide di ultra endurance. Nel 2019 aveva pedalato per oltre 2000 km lungo il Regno Unito, mentre nello scorso mese di ottobre aveva stabilito il primato per il giro completo dell’Australia in bicicletta stabilito in 30 giorni, 9 ore e 59 minuti. Questa volta la nuova impresa, tutta sul territorio neozelandese, non è stata solo un modo per sfidare se stesso, ma per rendere un vero e proprio omaggio a Brian Fleck, uno dei precursori di questo tipo di sfide.
Tutto è iniziato poco dopo aver terminato il giro dell’Australia, tramite un amico, Morton è venuto a conoscenza dell’incredibile avventura di Brian Fleck, un impiegato postale che nel 1983 all’età di 43 aveva pedalato per quasi 650 chilometri per tutta la Nuova Zelanda. E’ stata un’impresa straordinaria soprattutto visti i mezzi dell’epoca, ma ancora più straordinario è il fatto che nessuno ne abbia mai parlato; Lachlan ha deciso così di provare a rendere omaggio all’uomo, ormai ottantenne, e di gettarsi lui stesso nella medesima sfida. Come racconta in un emozionante cortometraggio disponibile su You Tube, l’obiettivo era quello di onorare l’impresa cercando di replicarla nel modo più simile possibile; ha parlato a lungo con Fleck, ha cercato di capire la sua storia e in che modo si fosse preparato all’avventura. «Replicare le stesse condizioni del 1983 non era possibile, ma ho iniziato a pensare come Fleck che pedalava per passione nelle pause del lavoro, avesse deciso di sfidare se stesso. Per essere più vicino possibile ho deciso di partire senza un allenamento specifico, né tantomeno con una tabella per l’alimentazione, volevo solo gettarmi in questa avventura – ha detto Morton- Avrei voluto avere più tempo ma sentivo il bisogno di partire, di sfidare me stesso. Saremmo stati solo io e la lunghezza di un’isola, non volevo solo rendere omaggio ad una leggenda ma riportare il passato nel presente»
Lanchlan Morton è partito alle 4.09 in punto da un’Auckland completamente avvolta nel buio, ad accompagnarlo solo un piccolo furgone per la prima assistenza. Pedalata dopo pedalata ha attraversato paesi e città, ha visto il solo sorgere e poi tramontare, sempre in sella alla sua bici. Si è fermato una sola volta per appena un minuto, ma a circa 200 km dalla meta ha trovato il vento contrario che ha complicato di molto la sua impresa che è stata documentata da riprese veramente suggestive. È arrivato a Wellington alle 22.36 accolto da tanti tifosi e dalla sua famiglia dopo 18 ore e 28 minuti, migliorando di circa un’ora e mezza il precedente record. La media è stata superiore a 35 km/h. Sfinito ed emozionato, una delle prime cose che Morton ha voluto fare è stato proprio chiamare Brian Fleck che si è congratulato per l’impressa.
L’attraversamento della Nuova Zelanda è sicuramente qualcosa di grandioso, soprattutto per il valore celebrativo che porta con se, ma Morton non ha intenzione di fermarsi, ci sono tante nuove avventure che lo aspettano. Proprio oggi infatti è iniziata la Transcordilleras, una corsa a tappe gravel di 8 giorni in Colombia; l’australiano pedalerà autosupportato da Choachi a Jardin per un totale di 1000 km.
(photo by Dan King per Rapha)
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