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Il ciclismo è uno sport in cui la tecnologia ha una grande importanza. Si parla di forza, aerodinamica, peso e velocità, ma anche le misure hanno un loro valore, quando si parla delle bici dei grandi campioni. Fino a qualche anno fa, per le pedivelle la regola era che la lunghezza si sceglieva in base alla lunghezza delle gambe. Ma tra i professionisti la nuova tendenza è: più corto è, meglio è. E oltre a Pogacar, adesso anche Wout van Aert e quasi tuti i suoi compagni della Visma-Lease a Bike, stanno adottando le pedivelle più corte.
Tadej Pogacar le utilizza da due anni e lo scorso inverno metà del gruppo dei professionisti ha iniziato a seguirlo, così come nella Visma-Lease a Bike, dove oltre a Jonas Vingegaard e Wout van Aert, ben 27 su 29 corridori le hanno scelte.
Anche nella Lotto Jasper De Buyst, alto 179 cm, è passato da pedivella da 170 millimetri a 165 millimetri sulla sua bici. Per Remco Evenepoel l’utilizzo è iniziato già da un po’ e Iljo Keisse, team manager di Soudal Quick-Step, ha affermato di avere avuto molta richieste dai suoi ragazzi e lo stesso vale per Lidl - Trek e Intermarché Wanty.
Wout van Aert ha optato per pedivelle più corte nonostante la sua statura di 190 cm, incredibile se si pensa che fino a qualche anno fa, chi avesse fatto una scelta del genere sarebbe stato considerato un pazzo: il belga è passato da 172,5 mm a quelle da 165 mm. Tadej Pogacar alto 176 cm, è passato da 172,5 mm nel 2022 a 165 mm l'anno scorso. Anche Remco Evenepoel corre con pedivelle da 165 mm, ma con una statura più raccolta di 171 cm. La Visma-Lease a Bike, per capire meglio la direzione da prendere, ha deciso di affidarsi a esperti, in questo caso Kevin e Michael Van Staeyen, ex ciclisti ed osteopati, nonché esperti di bike fitter: hanno creato dei sensori speciali da applicare alle pedivelle quando la bici è in movimento. Attraverso questo studio, è stato possibile misurare l'efficienza della pedalata in base alla lunghezza delle pedivelle sulla bici da strada.
I risultati raccolti con sensori a raggi infrarossi sono stati molto apprezzati e tra i maggiori vantaggi è stato evidenziato un aumento del comfort durante la pedalata, un minore stress sulle articolazioni e una maggiore stabilità durante la pedalata.
In passato il principio era: più lunga è la leva, maggiore è la forza di rotazione che si può sviluppare. E quelle leve sulla bicicletta sono i bracci dei pedali o pedivelle. Tuttavia, si è osservato chiaramente che la pressione sulle articolazioni, sulle ginocchia e sul bacino è maggiore con pedivelle più lunghe rispetto a quando si esegue un movimento circolare più piccolo con manovelle più piccole. Oggi si sente spesso parlare di schiacciamento delle arterie inguinali o pelviche nei ciclisti, ma con pedivelle più corte l'anca cede meno e la pressione sulle arterie è minore.
I vantaggi però, oltre alla comodità si vedono anche nelle prestazioni. Nello studio si è potuto apprezzare come i fianchi cedono meno e le ginocchia si sollevano meno, quindi le pedivelle più corte consentono ai ciclisti di adottare una posizione più profonda e aerodinamica. Se poi le pedivelle vengono usate in combinazione con una sella spostata in avanti, sarà possibile assumere una posizione che favorirà lo sviluppo di una potenza maggiore. Questo studio ha analizzato anche quello che avviene nelle curve, dove le pedivelle più corte favoriscono un raggio di sterzata più corto, consentendo ai ciclisti di continuare a pedalare più a lungo.
Queste analisi hanno evidenziato molti aspetti positivi, ma non tutti i corridori traggono vantaggio da una pedivella più corta. Mancano ancora molte campionature e lo studio ovviamente è ancora limitato nei numeri. Saranno i corridori che a fine stagione tireranno le somme e potranno dire se il vantaggio, a livello di prestazione e comfort, c’è stato veramente.