TRICOLORI. Il Melinda e il ricordo di Marco Brentari
PROFESSIONISTI | 18/06/2014 | 08:44 Piccole, ma pensiamo importanti, considerazioni tratte durante la presentazione del Trofeo Melinda, anche quest’anno valevole come Campionato Italiano professionisti strada e del Campionato tricolore a cronometro del giorno dopo, durante la presentazione nella nuovissima e bellissima sede del Muse di Trento animata da moltissimi visitatori. E’ la prima volta del Trofeo Melinda senza Marco Brentari, il creatore e l’anima della manifestazione. Marco Brentari non c’era ma il rimpianto e il ricordo affettuoso di tutti, rappresentanti delle istituzioni, amici del Consorzio Melinda e del Gruppo Sportivo Melinda, nelle differenti articolazioni – dirigenziali, tecniche e organizzative -, hanno ricordato con affetto e commozione Marco Brentari al quale è intitolato il memorial del 23^ Trofeo Melinda e il tracciato del campionato su strada, a circa metà percorso, passerà per due volte dalla sua Nanno, dove dal 1980 Brentari iniziò l’organizzazione di un duro circuito degli assi, come erano definiti, per undici anni. Una vera e propria festa con la partecipazione attiva di tutta la popolazione e i petali di rose preparati dalle ragazze lanciati dalle finestre durante il giro di presentazione dei corridori agli ordini bonari di Nino Recalcati, manager e, pure, speaker di questo tipo di manifestazioni, ora rarissime. Poi si è buttato anima e corpo, nel Trofeo Melinda, la sua passione che coniugava l’amore per il ciclismo e per le sue terre, la Val di Non e pure la Val di Sole. Non ricordi di maniera ma vere e proprie testimonianze d’amicizia si sono intrecciate nella Sala Conferenze del Muse, senza retorica (Marco non avrebbe gradito….) ma con commozione. Commozione che ha mostrato anche – e perfino, viene da dire, come hanno rilevato molti dei presenti che lo conoscono bene – Francesco Moser che era legato a Marco e alla sua famiglia da lunga, lunghissima, amicizia. Entrambi, con orgoglio, amavano definirsi “contadini”. Sono entrambi “conti della zolla”, per usare una definizione di Gianni Brera, ma nell’accezione più alta e nobile del termine. Marco Brentari ha seminato bene e i frutti, anche ciclistici, si vedono e continuano a fiorire rigogliosamente, come i suoi amati meli della Val di Non in primavera. Ci fermiamo qua altrimenti il ruvido brontolio, con rimbrotti, di Marco Brentari ci raggiunge. Lo pensiamo però sicuramente soddisfatto dei suoi ragazzi di varie età – alcuni, anzi molti, rientrano a stento nella giacca rossa originaria della divisa del G.S. Melinda…. – per il lavoro svolto per un “Melinda grandi firme” che si prospetta. g.f.
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