
L’ex campione varesino ha confessato di avere un brutto ricordo di quella salita: «Un’esperienza che fa parte del ciclismo, anche se essere battuto da un grandissimo qual è stato Bernard Hinault, mi fece accontentare del piazzamento che comunque, riuscii alla fine a conseguire. A quell’epoca c’erano grandissimi campioni e non era semplice vincere. In quella tappa pagai un distacco molto pesante. L’inesperienza e la giovane età mi giocarono un brutto scherzo».
Circostanze delle quali non ha invece sofferto Fabio Aru, l’eroe del giorno che Contini ha dichiarato di seguire sempre con molta attenzione, già nelle categorie giovanili. «Aru è un corridore che ho visto correre tra gli under 23. Mi è sempre piaciuto. Rappresenta il presente e il futuro del nostro ciclismo. Considerando le caratteristiche delle tappe che ci saranno da disputare da qui alla fine, penso sia giusto ritenerlo come uno dei favoriti per la vittoria finale».
Un giudizio condiviso anche da Roberto Poggiali, l’altro ospite intervenuto, che nel corso del suo intervento ha sottolineato: «Questo Giro lo può vincere soltanto uno che va forte in salita e Aru ha dimostrato che gli riesce molto bene. Non condivido certe riserve e lo scetticismo che è emerso nel corso del “Processo alla tappa” riguardo a tale ipotesi. Basta guardare i profili altimetrici delle tappe che attendono i corridori, per pensare esattamente l’opposto».